Domenica 23 Marzo 2014 - Libertà
«Riuniamo amici e sostenitori»
Una proposta sul modello di città come Milano e Firenze
Creare un sodalizio che riunisca gli "Amici e sostenitori della Galleria Ricci Oddi": è un altro dei progetti in via di definizione prospettato dal presidente Giuseppino Molinari con l'obiettivo di "fidelizzare" i visitatori del museo di via San Siro. «Tutti a Piacenza amano la Ricci Oddi» constata Molinari. «Il problema è che però rimane quasi una cattedrale isolata dal resto della città. Occorre trovare invece il modo per avvicinare le persone». Associazioni di questo tipo sono attive a sostegno dei musei maggiori, dalla Pinacoteca di Brera di Milano (dove gli Amici di Brera operano fin dal 1926 e tra i cui consiglieri c'è anche il piacentino Luciano Gobbi) agli Uffizi di Firenze (sorta nel 1993 per la Galleria a fronteggiare l'emergenza dopo il terribile attentato), come pure in realtà minori a livello di dimensioni, ma prestigiose, per esempio, per restare nel capoluogo lombardo, il Museo Poldi Pezzoli di Milano, che dal 1960 ha al suo fianco un gruppo di soci.
Molinari ipotizza che, con la nascita degli "Amici e sostenitori della Galleria Ricci Oddi", potrebbe finalmente venirsi a creare un insieme di persone capaci di diventare «il motore delle iniziative di valorizzazione del museo. Per conseguire il successo in relazione a questo obiettivo non bastano né il presidente, né la direttrice della galleria, Maria Grazia Cacopardi. E' necessaria - evidenzia Molinari - la diffusione e la condivisione da parte di molte persone. Ho riscontrato l'orgoglio della città nei confronti del museo, ora occorre che si trasformi in un minimo di partecipazione».
Gli "amici" potrebbero dunque «impegnarsi a versare un piccolo contributo, dell'ordine di 30 o 50 euro, ottenendo l'ingresso gratuito e diritti, quali l'essere informati tramite una newsletter». I "sostenitori", in grado di dare di più, assumerebbero il ruolo di benefattori della Galleria Ricci Oddi per avviare «una rinascita anche concreta del museo. Troveremmo una modalità affinché il loro nome resti legato nella storia della Ricci Oddi a quanto da loro finanziato. Si potrebbe pensare a un albo speciale». Le azioni alle quali destinare fondi non mancano: «Abbiamo singole opere che necessitano di restauri e lo stesso edificio ha bisogno di cure, per ovviare alle attuali condizioni di microclima e di illuminazione».
Al di là di specifici interventi, l'associazione avrebbe comunque in generale il compito di determinare un'atmosfera di «coinvolgimento, scambi di opinione, partecipazione di idee». Il rilancio della Ricci Oddi si gioca quindi su più piani, a cominciare da quello locale, senza però trascurare di guardare oltre i confini provinciali, nell'ottica di stabilire «spinte sinergiche» tra chi ha a cuore il futuro della Galleria, chiamando in causa non solo i cittadini, ma le istituzioni culturali. Molinari punta proprio a forme di collaborazioni più incisive con i Musei Civici di Palazzo Farnese, il Collegio Alberoni, il Museo Gazzola, con associazioni come gli Amici dell'arte, insieme ai quali promuovere le potenzialità locali: «La Fondazione di Piacenza e Vigevano sta erogando 80mila euro per lavori nel Salone degli Amici dell'arte. Stiamo valutando l'idea di utilizzarlo per mostre o per esporre, a rotazione, opere dei nostri depositi, per dar loro la visibilità che meritano».
An. Ans.