Giovedì 20 Marzo 2014 - Libertà
Lorenziani in Fondazione parla di Vittorio Sereni
Domattina il secondo incontro della serie
"Lezioni letture", seguirà quello su Testori
piacenza - Da Gadda a Sereni a Testori. E' un viaggio lungo tre grandi nomi della letteratura italiana del Novecento quello compiuto dalla nuova edizione di Lezioni letture, il ciclo di incontri che come è tradizione viene organizzato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano per offrire delle occasioni di approfondimento alle scuole e anche alla cittadinanza.
Dopo il primo incontro dedicato a un Gadda tratteggiato dal critico Andrea Cortellessa dell'Università di Roma tre, domani mattina dalle 10.30 all'auditorium di via Sant'Eufemia è in programma il secondo appuntamento della rassegna: sotto i riflettori stavolta finirà la figura di Vittorio Sereni, poeta del quale la critica letteraria Niva Lorenziani dell'università di Bologna traccerà il profilo nell'intervento intitolato appunto "Sereni. Sottrarre le cose dall'oblio".
Nello specifico, a essere analizzata sarà una delle voci più limpide e coinvolgenti del nostro Novecento: riservato e inquieto, sempre insoddisfatto e alla ricerca, Sereni nell'arte come nella vita rifugge dalla retorica e da ogni atteggiamento pedagogico. "Per dirla alla buona, era un poeta esistenziale - ha detto di lui il critico Pier Vincenzo Mengaldo -, lavorava sulle esperienze dirette. Moltissimo sulla propria memoria. E diversamente dai suoi contemporanei lo faceva senza nessuna tendenza orfica. Il suo era un procedere "raso terra" che miracolosamente diventava sempre una forma perfetta, qualcosa di estremamente terso e affascinante". Forma perfetta ma anche essenziale: "Sereni non è certo un poeta a cui si possa togliere qualcosa" ha commentato ancora Mengaldo. "E' un poeta di una essenzialità di produzione pari a quella di Leopardi, che ci ha lasciato solo 41 Canti. Le raccolte di Sereni sono quattro e tutte rastremate, essenziali. Per quello che ho potuto cogliere dipendeva anche dal suo modo di lavorare. Non si metteva a tavolino ad attendere il ricordo. Lasciava che emergesse la memoria e poi si metteva a scrivere".
Di ben altra natura invece è Giovanni Testori, a cui è dedicato l'ultimo appuntamento di Lezioni letture in programma il 3 aprile: a intervenire in quell'occasione sarà il critico Fulvio Panzeri, che dibatterà sul tema "Testori. Dio nelle periferie".
Intellettuale anticonformista e senza mezze misure, tra gli anni Ottanta e Novanta Testori occupa con spirito originale e polemico, ma con profonde radici cristiane, il posto lasciato da Pier Paolo Pasolini nella letteratura italiana con editoriali spesso scandalosi in prima pagina del Corriere della sera.
Betty Paraboschi