Giovedì 13 Marzo 2014 - Libertà
La cura dell'orto per superare le disabilità
Ausl e aziende agricole puntano a creare posti di lavoro e una rete commerciale
Ai nastri di partenza un'interessante iniziativa di ortoterapia. Ovvero, piccoli orti familiari, coltivati da giovani persone svantaggiate, che possono approdare alla vendita diretta dei prodotti con consegna a domicilio. Questo in sintesi il contenuto del progetto "Orti di Lungacque", presentato nei giorni scorsi presso la Fondazione di Piacenza e Vigevano, che propone una lettura originale dell'agricoltura sociale, che ha già avuto ottimi risultati in un'analoga esperienza sviluppata a Roma. «L'idea - ha spiegato Anna Satta, tecnico in agricoltura biologica, responsabile dei progetti Orti di Lungacque e del Progetto Orti Solidali - è quella di mettere a punto un progetto di ortoterapia per ragazzi con disabilità e offrire una sorta di "abbonamento annuale" con il quale il consumatore accetta che venga coltivato in un'area messa a disposizione appositamente, un orto familiare, dimensionato e personalizzato per le diverse esigenze di ortaggi e frutta freschi. La consegna avviene settimanalmente a casa in una cassetta. In sostanza si pensa alla realizzazione di cassette multiprodotto di ortaggi freschi, colti poche ore prima nell'orto assegnato all'intestatario. Partendo dall'esempio del progetto Orti Solidali di Roma, abbiamo sviluppato questa versione piacentina che prevede un inserimento sociolavorativo e di potenziamento delle capacità di autonomia nel lavoro di persone svantaggiate, che avrà come sede iniziale l'azienda Lungacque di Caratta. In questo modo puntiamo a stringere un partenariato vincente tra i produttori e i consumatori». Sullo sfondo, i grandi temi dell'agricoltura sociale, ossia di tutte quelle forme di attività agricola che puntano ad integrare il lavoro nei campi con altre attività di tipo sociale, terapeutico, educativo, di recupero o inserimento lavorativo. Si tratta di iniziative che possono diventare nelle diverse implicazioni modi efficaci di valorizzare l'azienda multifunzionale.
Oltre agli orti urbani, a quelli scolastici, anche questi nuovi orti di tipo solidale, «che - commenta Luigi Bisi, presidente di Coldiretti, l'associazione che per prima ha creduto nella realizzazione degli orti - possono favorire uno sviluppo sociale più che mai sostenibile, che parte dal basso raccogliendo le necessità del territorio traducendole in risposte vicine e accessibili».
«Dobbiamo pensare - dice Corrado Cappa, direttore dell'U. O. Psichiatria di Collegamento della Ausl di Piacenza, che sta seguendo il progetto Orti di Lungacque - che il lavoro è portatore di una forte valenza riabilitativa. Per alcune persone è meglio quello dei campi, per altre si addicono maggiormente altre tipologie. In altre parole, per alcune persone è meglio la campagna, per altre sono più idonei altri contesti: è una questione soggettiva. Non possiamo identificare la persona con la malattia».
Certamente - continua lo psichiatra - l'inserimento in un ambiente di lavoro dove vengono condivisi obiettivi comuni, progetti comuni finalizzati alla produzione può essere molto importante. In particolare questo progetto si presenta interessante perché punta a favorire la responsabilizzazione diretta dei ragazzi coinvolti.
Claudia Molinari