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Giovedì 23 Gennaio 2014 - Libertà

Domeniche a piedi? Non bastano con le nanopolveri

Una ricerca triennale del Leap ha messo in evidenza la presenza massiccia di particelle inquinanti ultrafini
La situazione di Piacenza è in linea con quella della Pianura Padana. "Scagionato" l'inceneritore, ma non i bus

Altro che domeniche ecologiche, per salvare Piacenza e la Pianura Padana dalle polveri ultrafini, servirà molto di più. Upupa (Ultrafine Particles in Urban Piacenza Area) ovvero lo studio innovativo condotto per tre anni da Leap, con il supporto economico di Fondazione Piacenza e Vigevano, ha messo in evidenza la presenza massiccia di particelle ultrafini e di nano-particelle. Perché la comunità scientifica si sta interessando alle polveri ultrafini? In primo luogo perché queste polveri non sono rappresentate dai limiti normativi sull'inquinamento atmosferico che continua a tenere in considerazione solo i più noti Pm10 e Pm 2.5, ma anche a causa dei rischi per la salute che queste nano-particelle potrebbero provocare. «Si tratta di particelle quasi irrilevanti in termini di massa- ha spiegato il direttore delle ricerche, Michele Giugliano- ma rilevantissime in termini di numero la cui dimensione consente loro, presumibilmente, di attraversare alcune barriere epiteliali, per esempio degli alveoli, e penetrare nel circolo sanguigno, determinando danni al sistema cardiovascolare piuttosto che al sistema respiratorio». La situazione piacentina, tiene a sottolineare Giugliano, non è preoccupante ma in linea con quella di una grande area sovra-regionale che comprende anche la Pianura Padana. Giugliano, elencando le fonti generatrici di queste polveri ultrafini, "scagiona" l'inceneritore di Piacenza: «Il traffico è sicuramente la principale fonte di queste polveri, ma anche la combustione di legna e la formazione secondaria in atmosfera di altri inquinanti. L'inceneritore non è assolutamente coinvolto grazie agli efficaci sistemi di abbattimento di cui è dotato». Upupa ha viaggiato su due diverse campagne di misura: tramite apparecchi fissi posizionati in aree rappresentative della città (Parco Montecucco, via Nino Bixio e sito rurale di Rivergaro) e tramite apparecchiature portatili per valutare l'esposizione umana alle polveri ultrafini lungo percorsi cittadini come pedonali, ciclabili, viaggi in autobus o in macchina. Ecco, in sintesi, i dati che sono emersi. Il livello di concentrazione delle nano-particelle in inverno è più alto (quasi il doppio) rispetto al livello registrato in estate nelle postazioni fisse. Il sito con i livelli più alti è quello situato in via Nino Bixio (sede del Leap) a causa della vicinanza con il viadotto autostradale. I picchi giornalieri, nelle ore di maggior traffico, corrispondono a circa 45mila particele per centimetro cubo. Molto diverse le concentrazioni dell'esposizione umana: percorrere in bicicletta una zona trafficata significa esporsi a 22mila particelle per metro cubo, mentre pedalare in un'area verde come il Pubblico Passeggio significa esporsi a 10mila particelle per metro cubo. «Abbiamo rilevato elevate concentrazioni di particolato fine sugli autobus- ha detto Alberto Sogni di Leap- presumibilmente a causa delle infiltrazioni, nell'autobus stesso, delle emissioni prodotte dal motore». Abbassare le concentrazioni, per Piacenza, non sarà facile stretta com'è fra l'autostrada e il polo logistico.

Nicoletta Novara

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