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Giovedì 23 Gennaio 2014 - Libertà

Gli insetti in tavola? C'è chi lo fa
L'esperto: freni solo culturali

«Nel cibo nulla è normale. Tutto é influenzato dalla cultura. Anche il fatto di cibarsi di insetti». Non lascia spazio a dubbi Paul Vantomme, Fao Senior Forestry Officer Non-Wood Forest Products, che ieri pomeriggio è intervenuto all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano per parlare di "A tavola con gli insetti: l'entomofagia è ancora un tabù? " nell'ambito dei "Caffèxpo" dell'università Cattolica di Piacenza. «Quello che si mangia è molto culturale cioè la cultura influenza profondamente ciò che mettiamo nel piatto - ha spiegato Vantomme durante il convegno che ha visto intervenire anche Giovanni Sogari, dottorando Agrisystem, il professor Piero Cravedi della Cattolica, il professor Ettore Capri e la consigliera Miriam Bisagni- esistono 2 mila specie di insetti e quasi 3 miliardi sono le persone che li mangiano dall'America latina all'Asia, dall'Africa all'Oceania: il fatto di provare imbarazzo all'idea è dettato dalla cultura. La normalità non c'entra, quello che conta più che altro è che dobbiamo sempre di più considerare gli insetti come i nostri amici: lo sono le api, che utilizziamo per produrre il miele e i suoi derivati, e lo sono quelli di cui si cibano i pesci che noi mangiamo senza alcun problema». I problemi sorgono dal punto di vista giuridico invece dato che, come ha evidenziato Cravedi, «in Europa è proibita la commercializzazione di alimenti infestati da insetti, ma nulla viene detto su quelli a base di insetti che vengono infatti venduti in alcune catene della grande distribuzione francese. La Fao anzi promuove il consumo di insetti: non si può non tenere conto della risorsa importante che essi rappresentano».

Parab.

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