Giovedì 23 Gennaio 2014 - Libertà
La vita da vecchi? Tragicomica
Successo per gli "Ancorasenzanome" al President
piacenza - La Rassegna dialettale, organizzata dalla Famiglia Piasinteina, in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano e l'Amministrazione provinciale, al Teatro President, lo ricorda ogni volta il razdòr Danilo Anelli, ha il fine di stimolare l'uso del dialetto. Accanto alla Rassegna è offerto l'annuale Corso di dialetto, con una serie di lezioni di cultura generale e tecnico-pratiche che si terranno di giovedì (dalle 18 alle 19.15) nella sede sociale. La frequenza è gratuita, accessibile a tutti (le iscrizioni sono aperte fino al 3 febbraio).
La rassegna, quest'anno dedicata a Enrico Sperzagni, contribuisce alla realizzazione dell'Oratorio parrocchiale. Gli Ancorasenzanome (ma con già tanta attività alle spalle) sono un gruppo amatoriale di Fiorezuola guidato da Franco Nazzani, che passa con disinvoltura dal dialetto al teatro in lingua (in arrivo un Arsenico e vecchi merletti di Agatha Christie, che sarà in scena anche al Teatro President). Invece Le una futa dvintà vèc (sic) è un atto unico, scritto, diretto e interpretato dal Nazzani con una numerosa compagnia ben assortita di caratteristi che è stata l'ultima offerta della rassegna. "Una futa" (Tammi scrive con la doppia "t") ha diversi significati, sta per "buggerata, o errore, o nulla, rabbia, ubbia", secondo il significato che si vuole rendere. La vecchiaia, più o meno stiracchiata, è quel che è, Seneca lo diceva al discepolo: «Si prolunga ed è di peso a se stessa e a gli altri». Nazzani si prende gioco dell'età tarda, per cavarne situazioni tragicomiche, ambientando i suoi personaggi in uno squallido ricovero, dove stanno allineati sulle sedie, accuditi, ma non troppo, da una giovane assistente. Sono vedove con soli due uomini superstiti, l'ancora attento Giuseppe, e Ottavio perso nelle sue fantasie erotomaniache. I vecchi ricordano il tempo passato, «quando si stava meglio quando si stava peggio», bisticciano continuamente, e sperano in una nuova occasione di vita. Ernestina non parla, la vicina sostiene che è già morta, abbandonata dal nipote Paolo, in attesa degli ultimi soldi. La vecchiaia incattivisce, Rosa ne ha una per tutti, ognuno ha il suo tormento, il vecchio Ottavio invoca una donna bella, giovane, per averne ancora una carezza. Per ingannare il nipote Paolo, avido di soldi, si pensa a una burla ben riuscita. I vecchi, guidati dal vispo Giuseppe, gli fanno credere che la nonna Ernestina, dal suo silenzio trae fortunati terni da giocare al lotto. La rocambolesca trovata convince il giovane a impegnarsi con anche la procace moglie, preda dell'Ottavio che si finge ricco conte, a stare accanto alla vecchia nonna. Sarà la nonna a rompere il silenzio per bastonare l'ingrato nipote. Silvia Scueri, Roberta Illica, Michela Maffini, Nella Nicoli, Vincenza Guazzi, Matteo Francani e Franco Nazzani, burlano i giovani Gennaro Aggravio, Selene Merico, con l'assistenza di Bruna Giliberto. Ridere della vecchiaia è risolverne almeno in parte gli acciacchi.
g. a.