Lunedì 20 Gennaio 2014 - Libertà
In conservatorio L'artista all' "open day" del Nicolini per un concerto di grande espressività lirica. Nel pomeriggio un seminario
di ELEONORA BAGAROTTI
Al Conservatorio "Nicolini" di Piacenza si è tenuto con successo l'Open Day, che quest'anno ha visto esibirsi numerosi allievi in suggestive performance orchestrali, corali e jazz.
Nell'occasione, grazie all'organizzazione di Associazione 900 di Camillo Mozzoni, all'interno della rassegna Musiche nuove a Piacenza diretta artisticamente da Max Marchini (con sostegno di Comune e Fondazione di Piacenza e Vigevano), è stato ospite uno dei musicisti considerato tra i più eclettici e lirici: Peter Hammill.
Interessante il seminario che Hammill, leader dei Van Der Graaf Generator e solista che vanta una produzione discografica immane, ha tenuto prima della performance. Il tutto era soprattutto un «racconto autobiografico attorno e dentro la musica», durante il quale il musicista, a tratti visibilmente emozionato - con tanto di giacca e papillon, indossati per l'occasione "accademica" - ha saputo trasmettere alcuni elementi artistici e personali della sua carriera. Visibilmente soddisfatto anche il direttore del "Nicolini", Lorenzo Missaglia, che per tutto il giorno ha fatto gli onori di casa accogliendo sia scolaresche che appassionati e curiosi.
Il culmine si è avuto in serata, con una performance gratuita che ha richiamato nel salone un vasto pubblico, in parte proveniente anche da fuori provincia.
Con intensità, nonostante qualche difficoltà vocale, Hammill ha proposto alcuni suoi brani mantenendo un mood espressivo teso e di grande pathos, fino ad un crescendo finale molto applaudito.
Pianista piuttosto raffinato, secondo alcuni critici Peter è considerato anche uno dei cantanti più geniali della musica del XX secolo. La sua produzione discografica è sterminata, considerando che dal 1969 ha prodotto più di un album all'anno, fra i dischi a proprio nome e quelli come leader cantante del gruppo progressive Van Der Graaf Generator.
Durante questo lungo cammino Peter non ha mai cercato di aumentare il proprio appeal commerciale né di solleticare il pubblico con musica di genere, come è emerso sia dalla conversazione avuta con il pubblico che dalle proposte della sua scaletta "a sorpresa", proprio come ci aveva anticipato nell'intervista concessa a Libertà.
Hammill non ha mai rinunciato a sperimentare ad ogni tappa creativa, lungo un impervio e talvolta frustrante percorso di ricerca. La sua sperimentazione, e lo si è colto ampiamente nel concerto dell'altra sera, non è fine a se stessa o alla tecnica musicale, quanto tesa all'espressione delle emozioni e dei sentimenti umani nel teatro dell'esistenza. I suoi toni si sono levati spesso oscuri e gotici (fra le sue opere non manca una Casa degli Usher di Edgar Allan Poe) e i temi che ha cantato sono stati la vita e la morte, l'amore, il distacco, la perdita, la vecchiaia, la follìa, con liriche spesso legate a doppio filo le une alle altre da richiami e giochi di parole.
Hammill ha saputo usare la voce come uno strumento, sfruttato per la sua intera estensione, dai toni più bassi a quelli più acuti (oggi con qualche evidente difficoltà, che tuttavia non ha tolto espressività alla sua interpretazione generale) e con una teatralità tesa a generare un'atmosfera densa, mai banale, anche usando l'iterazione, la ripetizione di parole dal forte impatto emotivo. Una musica melodrammatica e subalterna al narrato, seguendo, sottolineando, esaltando il cantato.
La riuscita serata è stata aperta da una bravissima Anna Barbazza, che il pubblico ha sostenuto con grande enfasi, e ha avuto il contributo di Irma Zanetti e Victor Vertunni. Al suo interno, infatti, era previsto anche un breve reading.
Il prossimo appuntamento con la rassegna si terrà venerdì 24 gennaio in Fondazione, dove alle 21 sarà protagonista il celebre cantante Bernardo Lanzetti.