Martedì 10 Dicembre 2013 - Libertà
«Le Fondazioni sono patrimonio dei cittadini»
A Palazzo Rota Pisaroni il monito di Guzzetti (Acri): «Nessuno ci metta le mani o cerchi di farsi pubblicità»
«Qui c'è una fondazione che ha un suo patrimonio significativo per la sua dimensione territoriale e che è ben amministrato». La fondazione in questione è quella di Piacenza e Vigevano e la "benedizione" arriva da Giuseppe Guzzetti, presidente dell'Associazione delle Fondazioni e Casse di risparmio italiane (Acri) e della Fondazione Cariplo che ieri pomeriggio è intervenuto nel salone d'onore di Palazzo Rota Pisaroni. L'incontro, inserito nel ciclo di appuntamenti organizzati dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha avuto come tema "La missione delle fondazioni bancarie": questa dunque la questione trattata da Guzzetti, che ha individuato nella necessità di dare attuazione al principio di sussidiarietà e di stare vicino alle realtà locali i due binari su cui si muovono le fondazioni di origine bancaria oggi.
«Per le fondazioni è necessario dare attuazione al principio di sussidiarietà, supportando l'attività del no profit e del privato sociale» ha spiegato il presidente della Fondazione Cariplo dopo l'introduzione del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Francesco Scaravaggi, «ma è anche importante che si tenga strettamente legata alla realtà che le sta attorno, individuandone i bisogni maggiori: proprio in questa direzione le nostre fondazioni sono impegnate a dare risposte ad alcuni bisogni sociali. Tutti i cittadini devono averne cura perché nella storia delle fondazioni sta la storia di tutte le casse di risparmio: non bisogna permettere che nessuno ci metta sopra le mani o cerchi di pubblicizzarle». Il riferimento al tentativo da parte del governo nel 2011 di una pubblicizzazione di queste realtà è fin troppo chiaro e non viene taciuto: «Fu la Corte costituzionale a dichiarare queste norme incostituzionali» ha spiegato Guzzetti, «e del resto questo tentativo lo si spiega se si comprende che le fondazioni di origine bancaria, che in Italia attualmente sono 88, sono per lo più sconosciute: quando va bene le si confonde con una fabbrica, quando va male parlarne suscita sguardi interrogativi».
Ecco allora che il presidente della Cariplo ha tracciato la storia delle fondazioni a partire dalle banche italiane che, non avendo azionisti, destinavano gli utili ricavati dal reinvestimento dei risparmi dei clienti per attività di carattere sociale come la battaglia contro l'usura, la formazione dei giovani, l'assistenza agli anziani o alle persone svantaggiate: «Nel 1990 con l'approvazione della "legge Amato" il parlamento inventò una società per azioni chiamata a svolgere l'attività bancaria prima di pertinenza della cassa di risparmio di riferimento e un'ente conferente che diventò proprietario del patrimonio della cassa di risparmio di riferimento ripartito dalla legge per un certo numero di azioni» ha spiegato Guzzetti, «ma solo con la legge Ciampi si mise ordine alla questione, stabilendo che le fondazioni sono enti privati con piena autonomia statutaria e gestionale».
Betty Paraboschi