Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Martedì 10 Dicembre 2013 - Libertà

Tobagi: «Il 1974, anno di svolta»

tempo presente Stasera alle 21 incontro con la giornalista a Palazzo Rota Pisaroni
Nell'ultimo libro la strage di Brescia e l'inizio del terrorismo

piacenza - «La fase stragista è stata ridotta a una memoria sterilizzata che è poi lo specchio perfetto della strage stessa perché realizza la disumanizzazione delle vittime ridotte a numeri». Così dichiara Benedetta Tobagi, figlia di quel Walter giornalista che fu assassinato da un gruppo terroristico di estrema sinistra il 28 maggio del 1980. Ed è proprio in un altro 28 maggio, stavolta del 1974, che si data invece quella strage di piazza della Loggia a Brescia, che la Tobagi ha raccontato nel suo ultimo libro Una stella incoronata di buio: il volume verrà presentato stasera alle 21 nel salone d'onore di palazzo Rota Pisaroni in via Sant'Eufemia nell'ambito della rassegna Tempo presente curata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
«Ho deciso di raccontare non solo l'attentato di piazza della Loggia, ma anche un'epoca che ha lasciato il segno nella nostra quotidianità» spiega Tobagi. «Una fase storica che ha rappresentato uno spartiacque vero e proprio fra il prima e il dopo».
Per farlo in particolare lei si è concentrata su un personaggio, Livia, che è un'insegnante d'italiano che risulta fra le otto vittime della strage.
«Sì, ma non c'è solo lei: attorno a Livia infatti riprende vita anche una galassia di personaggi diversi, a cominciare dal marito di questa insegnante che fa l'operaio e rappresenta, nella sua unione con l'insegnante, una delle trasformazioni vissute da quel decennio. Con la scomparsa di queste persone, uccise dall'attentato, di fatto scompare un mondo intero, quello prima del 1974».
In particolare per questo anno lei ha utilizzato la definizione di "periodo di cerniera": perché?
«Il 1974 ha rappresentato un punto di svolta per l'Italia e non solo: dal punto di vista internazionale le dimissioni di Nixon marcano una cesura importante nella guerra fredda, finisce la dittatura dei colonnelli in Grecia e quella salazarista in Portogallo, con la rivoluzione dei Garofani, e si avvia a conclusione quella franchista in Spagna. In Italia nel giro di pochi mesi ci sono due stragi: quella di piazza della Loggia a Brescia e quella del treno Italicus vicino a Bologna. E sempre nel 1974, per la precisione il 17 giugno, iniziano gli omicidi ad opera del terrorismo di estrema sinistra: le Brigate Rosse rivendicano l'uccisione dei missini Mazzola e Giralucci compiuta nella sede del Movimento Sociale Italiano di Padova e dichiarano di considerare legittimo qualsiasi omicidio di neofascisti dopo gli otto morti di piazza della Loggia».
Tornando proprio al suo libro e alla strage di Brescia, lei è nata qualche anno dopo il 1974: come è stato scriverne e soprattutto come si è documentata?
«Questo è il grande paradosso della giustizia italiana: io sono nata nel 1977, ma mi ritrovo a scrivere di una strage la cui vicenda processuale è tuttora aperta, dato che un'udienza è prevista il 20 febbraio del prossimo anno. Il tempo è il peggiore nemico dei processi e lo sa bene chi ha permesso che passassero quasi quarant'anni da quegli avvenimenti. Per quanto mi riguarda, quattro ne ho impiegati per scrivere il libro, consultando migliaia di pagine di atti giudiziari: il risultato è un saggio in forma narrativa che cerca di far comprendere ai lettori quanto tutti siamo immersi nel grande fiume della storia. Oggi le stragi sono state ridotte a una memoria sterile, ma esse hanno segnato una frattura fra i cittadini e lo stato che, mancando di dare giustizia al suo popolo, ha ricevuto in cambio delegittimazione e sfiducia da parte di esso».

Betty Paraboschi

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio