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Martedì 19 Novembre 2013 - Libertà

«Aiuti alla scuola d'eccellenza»

La Fondazione "visita" l'Istituto comprensivo di Cadeo

cadeo - La Fondazione di Piacenza e Vigevano ha fatto visita all'Istituto Comprensivo di Cadeo-Pontenure. Un evento insolito, che ha portato il presidente Francesco Scaravaggi assieme al direttore Marco Mezzadri e ai consiglieri Franco Marenghi, Stefano Pareti e Carlo Tagliaferri a vedere personalmente in che modo sono state trasformate le risorse che, nel corso degli anni, la Fondazione ha destinato all'Istituto scolastico. «Una parte consistente dei nostri fondi è destinata al settore dell'educazione e dell'istruzione - ha spiegato Scaravaggi - la fetta più grossa è in genere collocata nelle università locali che sono delle eccellenze. Questo non significa però che non siamo attenti anche alle piccole realtà e la nostra presenza qui oggi ne è una prova. Il fatto che l'Istituto Comprensivo di Cadeo-Pontenure sia protagonista a livello nazionale dell'ambiente scuola ne fa sicuramente un'eccellenza che non possiamo far finta di non vedere». Accompagnati dal vicepreside Angelo Bardini, ai vertici della Fondazione è stato mostrato in che modo le risorse messe a disposizione sono state utilizzate: sia sul fronte della tecnologia che come ausilioteca, essendo Centro territoriale servizi per le disabilità. «Non siamo una scuola passiva, ma una scuola che fa rete, una scuola progettuale attorno a cui la comunità deve impegnarsi per poter dare dei servizi. Ecco perché abbiamo istituito una strategia di fundraising», ha spiegato Bardini. A lui è toccato il compito di illustrare la biblioteca "La chiameremo Osvaldo", che conta su una videoteca di circa 2mila film a disposizione, registra 15mila prestiti all'anno ed è aperta per 20 ore settimanali alla cittadinanza, e i nuovi ambienti didattici innovativi, nonché i progetti europei attraverso cui l'IC rappresenta il Paese come modello di fare scuola da esportare. Sul fronte del Cts, invece, solo per quest'anno scolastico sono 80 le richieste di devices ricevute per mettere nelle condizioni studenti con disturbi dell'apprendimento e altre disabilità di poter imparare assieme ai compagni. «Abbiamo verificato, dopo giorni di sperimentazione, che strumenti come gli iPad sono molto più inclusivi ed efficienti che non i netbook - ha spiegato Bardini. - Con un tablet siamo in grado, ad esempio, di fornire ad un bambino autistico una serie di indicazioni pratiche in sequenza che gli permettono di acquisire autonomia oppure di comunicare con bambini che non riescono ad esprimersi a voce. Anche per questo abbiamo tra gli iscritti, studenti provenienti da altri territori limitrofi». Un'attenzione particolare all'innovazione con priorità all'inclusione per chi ha difficoltà, un sistema scolastico in continua crescita sostenuto anche dalla Fondazione.

Valentina Paderni

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