Venerdì 1 Novembre 2013 - Libertà
Il sindaco Dosi ha l'imbarazzo noi di più: ecco perché
PENSA AL PD, NON ALLA CITTA'
di ERIKA OPIZZI*
L'amato (vista la percentuale di gradimento) Sindaco Dosi si è dichiarato "imbarazzato" della sua giunta... Prima di leggere per intero il Dosi-pensiero, pensavamo che i motivi di detto stato di malessere fossero da ricercare nella gestione raffazzonata del settore urbanistico (per di più in enorme ritardo nell'adozione del Piano Strutturale Comunale), nella escalation di vicende delinquenziali che oramai hanno raggiunto livelli intollerabili nei nostri quartieri, nella tassazione imposta alle famiglie tanto massacrante da non lasciare loro neppure il respiro...
Invece no: Dosi è imbarazzato perché quattro dei suoi assessori (Bisotti, Cacciatore, Romersi, Palladini), per di più titolari delle deleghe amministrative più importanti, non sostengono il candidato alla segreteria provinciale del Partito Democratico a lui gradito! Dosi, infatti, regge la coda al "renziano" Molinari, mentre i predetti assessori ("dissidenti e traditori", pare di sentirlo dire) sostengono la "bersaniana" Valla.
Ecco, per Dosi, il più impellente problema di Piacenza è questo: alcuni dei suoi assessori stanno da una parte diversa dalla sua; insomma, si ribellano al Re Sole! In effetti, una qualche ragione Dosi l'avrebbe se fosse vero che il Partito Democratico condiziona effettivamente l'attività amministrativa sua e della giunta. Ma come dimostrano, ad esempio, le designazioni di Dosi tanto nella Fondazione di Piacenza come in Iren, i candidati sponsorizzati dal Partito Democratico, o meglio dalla parte fino ad oggi in maggioranza in quel partito, di strada proprio non ne hanno fatta alcuna. Dosi, infatti, ha deciso di testa sua (o meglio, con quella dei suoi "scudieri", come si sono recentemente definiti alcuni suoi compagni di corrente).
A tacere dell'inesistente condizionamento politico del Partito Democratico nell'attività amministrativa in senso stretto, se non altro perché quella di Dosi è una amministrazione nullafacente (se non quando si tratta di alzare l'imposizione fiscale), priva tanto di un'idea degna di questo nome (e forse è anche meglio, visto che le poche espresse prevedevano l'ubicazione del Luna Park vicino alla Clinica San Antonino e lo spostamento del mercatino di Natale sul Pubblico Passeggio), quanto di una visione - neppure minimale - del futuro della nostra città.
Solo e sempre tanti annunci, seguiti puntualmente dal nulla... e intanto Piacenza si spegne, le aziende chiudono, i giovani indirizzano i propri interessi lavorativi verso la Lombardia o all'estero, il ceto medio è lasciato ad agonizzare sotto il peso delle tasse. Per non parlare di Expo2015, evento per il quale non esiste un solo straccio di progetto volto ad attirare i visitatori nella nostra Città.
Per questi ultimi motivi Dosi dovrebbe sentirsi imbarazzato, altro che pensare dalla poltrona di Palazzo dei Mercanti ai "renziani" e ai "bersaniani". Anche perché, nel mentre egli è preso da tanto imbarazzo, in Viale Dante nei giorni scorsi, nell'ennesima rapina, è partito un colpo di pistola... Ma Dosi è sordo, l'unico rumore che percepisce è quello che promana dalla sede del Partito Democratico dove un po' di dirigenti, sempre gli stessi, si accapigliano, divisi perfino dalla letale diagnosi sul Partito democratico: morirà di peste o di accidente?
* capogruppo Fratelli d'Italia
al Comune di Piacenza