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Mercoledì 6 Novembre 2013 - Libertà

Casa di Iris, stasera il cineforum

Presente il regista Andrea Caccia con "La vita al tempo della morte"

"La vita al tempo della morte" è il terzo e ultimo film del cineforum organizzato da "La Casa di Iris", l'Hospice di Piacenza. Sarà proiettato questa sera stessa (ore 20.30) all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via Sant'Eufemia, l'ingresso è gratuito e aperto a tutti. Sarà presente il regista Andrea Caccia per introdurre questo suo lungometraggio realizzato nel 2010 e diviso in tre atti. Nel primo atto sono filmate le persone che frequentano i laghi della Lavagnina dove si uò svolgere una "lettura" del tempo, nel secondo si raccolgono testimonianze di malati e nel terzo c'è la storia di un uomo condensata nel suo spazio di vita e lavoro. Al termine del film è previsto, come sempre, un breve dibattito al quale prendono parte Raffaella Berté, responsabile della rete piacentina di Cure Palliative e Valentina Vignola, psicologa dell'Hospice La Casa di Iris.
Il cineforum ha visto un crescente interesse da parte del pubblico grazie anche all'intervento, molto apprezzato, di Giancarlo Izzi, direttore dell'Unità Operativa Pediatria e Oncoematologia del Dipartimento Assistenziale Integrato Materno Infantile dell'azienda ospedaliera di Parma.
Izzi ha parlato, nell'ultimo incontro, della piena consapevolezza dei piccoli malati quando si avvicina la fine, ben più "maturi" rispetto ai genitori («spesso meno pronti»). E ha raccontato la storia straordinaria di una bambina che, cieca negli ultimi tempi della malattia, ha esplicitato questa condizione solo al medico e non alla madre per non provocarle ulteriore dolore. E il consiglio del professore a chi opera in ospedali e hospice è quello di porsi sempre, di fronte alla morte, in posizione di accompagnamento, di vicinanza al malato, quasi di apprendimento, in un processo emotivo che arricchisce enormemente l'umanità dei singoli. Sui temi del testamento biologico, sollevati in corso di discussione e sulle cure forzate, Izzi ha ribadito l'inutilità di mandare pazienti terminali in rianimazione, ma di come sia fondamentale far sentire al malato la bellezza dell'ultima stagione di vita: «Il valore assoluto della persona anche nel tempo della sua finitudine».

p. s.

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