Sabato 9 Novembre 2013 - Libertà
La filosofa e parlamentare Marzano in Fondazione parlerà dell'amore
Stasera riceverà anche il Premio Pulcheria
piacenza - Donna, filosofa, parlamentare, editorialista per "la Repubblica", ma anche figlia, moglie, insegnante. E' Michela Marzano, una donna straordinaria per intelligenza e autenticità. Una donna che, come molte di noi, ha dovuto imparare ad accettare anche le imperfezioni, le increspature della vita, le ferite che ci portiamo dentro, la nostalgia per l'amore assoluto che abbiamo vissuto nei primi anni della nostra esistenza, come lei stessa racconta nei suoi libri più amati dal pubblico: Volevo essere una farfalla (Feltrinelli) e L'amore è tutto. E' tutto ciò che so sull'amore (Utet).
Sarà quest'ultimo prezioso libro il centro dell'incontro di stasera alle 21 all'auditorium della Fondazione proposto nell'ambito del Festival Pulcheria, promosso dall'assessore alle pari opportunità Katia Tarasconi e diretto da Paola Pedrazzini. La Marzano sarà intervistata dalla direttrice di Telelibertà Nicoletta Bracchi. La filosofa riceverà inoltre il Premio Pulcheria 2013, riconoscimento consegnato negli ultimi anni a Dacia Maraini, Antonia Arslan, Lella Costa, Piera Degli Esposti.
Michela Marzano, 43 anni, dopo la laurea alla Normale di Pisa e il dottorato come allieva di Remo Bodei, è diventata docente universitaria in Francia, a Parigi, dove oggi è direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali della Sorbona. La lingua francese la Marzano l'ha usata fino ad un decennio fa, come veicolo privilegiato dei suoi saggi, come Penser le corps e Le dictionnaire de la violence, in cui si è occupata anche della manipolazione del corpo femminile e della carnalità dell'identità umana, non riducibile al puro pensiero, come avrebbe voluto Cartesio con la sua "res cogitans". Dopo un lavoro di scavo personale, la Marzano è tornata alla sua lingua madre ed è stata scoperta dal pubblico italiano, con testi come Sii bella e stai zitta, Cosa fare delle nostre ferite? . I suoi temi di interesse, nei libri come nelle occasioni pubbliche, spaziano dalla sfera più intima ai problemi di più drammatica attualità. Il suo sguardo non è mai superficiale. Sulle donne vittime, ad esempio, affonda la problematica nel tipo di cultura che forma la nostra identità: «Il problema della violenza di genere è un problema urgente, ma anche strutturale. Per proteggere le donne dalla violenza dovremmo promuovere le idee di autonomia e di autodeterminazione. Fino a quando una donna crescerà convinta che il proprio valore dipende dallo sguardo che gli uomini portano su di lei, non saprà che la dipendenza che la lega a un uomo è la dipendenza che ci lega tutti ai nostri simili, e che dipendere non vuol dire assoggettarsi, e che l'assoggettamento rende schiavi». Anche l'amore, quello inautentico, può essere assoggettamento. L'esistenza - ci ricorda la Marzano - sfugge al nostro dominio e alle nostre aspettative. «Non basta volere per potere», dice la filosofa ribaltando l'adagio di Bacone. «Perché siamo tutti irrimediabilmente fragili. La vita ci ferisce. E non c'è amore che tenga». Questo non significa rinunciare all'amore. Ma semmai alla pretesa che l'amore risolva tutto.
Donata Meneghelli