Venerdì 5 Marzo 2004 - Libertà
Pieranunzi, il grande cuore del pianoforte
Piacenza Jazz Fest - Nicolini gremito per l'applaudito concerto del virtuoso e raffinato solista. Brani dalle "voci infinite": emozionanti trame sonore
È stato il cuore, il sentimento sopra ancora la ragione il protagonista del secondo appuntamento concertistico del Piacenza Jazz Fest 2004. Organizzata dal Piacenza Jazz Club, in collaborazione con gli assessorati comunali a cultura, pari opportunità e formazione, la Provincia, la Fondazione di Piacenza e Vigevano, il conservatorio Nicolini e Fondazione Libertà, la prima edizione della kermesse di ampio respiro dedicata a quello che, più di un genere musicale, è un'intuizione, un modo di vivere le note e lo spartito, ha portato in città Enrico Pieranunzi, tra i più celebrati artisti contemporanei.
Il pianista ha suonato al conservatorio Nicolini davanti ad una folta platea, che non ha risparmiato gli applausi nell'ora e mezzo di musica offerta dal maestro. Il suo è stato un jazz ricco di sensibilità, dove la tecnica (la ragione) viaggia evidente, ma sempre asservita all'emozione. In Pieranunzi c'è insomma il momento creativo che si reitera nell'esibizione dal vivo, costruendo attraverso i temi e la loro rielaborazione, la dialettica di scale, l'individualismo di alcuni tocchi, una pioggia di sensazioni uniche: tremendamente caduche come è natura di ogni concerto, ma proprio per questo intimamente eterne.
È un gusto che si raggiunge studiando, lo si perfeziona con l'esperienza, certo. Però necessita di un modo di fare musica che è addirittura più difficile e faticoso, e cioè vivere ogni sfumatura del brano. Si diventa velo attraversato dai suoni prodotti dai tasti bianchi e neri del piano, che a loro volta accentuano e si colorano delle impressioni della trama. Splendido ed efficace esempio del modus operandi di Enrico Pieranunzi, l'esecuzione piacentina di All the things you are. Quest'ultima nasce e si consuma verso le ventidue e quarantacinque di mercoledì tre marzo duemilaquattro e lo fa, appunto, su di una percezione: l'imponente organo del conservatorio che è sfondo, quasi teatrale scenografia del concerto.
Pieranunzi inizia a suonare le note del pezzo, lui che non guarda i tasti, ma solo l'immensa cattedrale di legno e metallo. La fissa e ad essa si ispira, creando attraverso l'improvvisazione squisite suggestioni. Anche Con infinite voci, dall'album omonimo datato 1999, si ritaglia a buon diritto un posto nei nostri cuori con la sua malinconica e soppesata orecchiabilità.
The mood is good regala invece un'appassionante mezzaluna di piano che va e ritorna.
E poi diversi altri brani, sospesi tra tocchi leggeri come la neve e accenti eleganti. A presentare il concerto è intervenuto il saxofonista piacentino Gianni Azzali, presidente del Piacenza Jazz Club. La giovanissima associazione, che compirà il primo anno di vita il prossimo 28 marzo, ha avuto con Pieranunzi un'ulteriore lieta conferma: pure a Piacenza il jazz piace e coinvolge. Al Nicolini gente di ogni le età e pressoché tutto esaurito.
Riccardo Anselmi