Martedì 1 Ottobre 2013 - Libertà
"Luisa Miller", melodramma tragico: Verdi verso un intimismo borghese
piacenza - Luisa Miller, melodramma tragico, libretto di Salvatore Cammarano, liberamente tratto dalla tragedia di Friedrich Schiller Amore e raggiro per la musica di Giuseppe Verdi, apre la Stagione Lirica del Teatro Municipale, sabato 12 ottobre (ore 20,30 turno A), replica martedì 15 (ore 20,30 turno B), anteprima per le scuole giovedì 10 (ore 15,30). Alla Sala dei Teatini se n'è avuta una esauriente presentazione, In canto.. d'opera, a cura dell'Associazione "Nel pozzo del giardino", in collaborazione con la Fondazione Teatri, con arie e duetti cantati e accompagnati al pianoforte dal maestro Marco Beretta. Opera poco rappresentata dopo il debutto al Teatro San Carlo di Napoli nel dicembre 1849, è ritenuta dalla critica di passaggio dalla prima maniera di Verdi, verso un intimismo borghese che si realizzerà a pieno con La Traviata. Il Compositore fu costretto a lavorare di gran lena per rispondere all'impegno con il Teatro, dopo aver abbandonato il progetto de L'assedio di Firenze per ragioni di censura, spente le speranze di una rivoluzione europea che ponesse fine ad ogni forma di tirannide. La scrittura di Cammarano è ancora legata al gusto ottocentesco del racconto di cappa e spada, con frasi ridondanti di drammaticità detta e non piuttosto scaturente dalle situazioni: "A brani, a brani, perfido, il cor tu m'hai squarciato". Verdi vi si sottrae con meno brani chiusi, con accenti melodici inediti. La trama (raccontata dalla voce narrante, fuori campo di Cristina Romani) e di quelle tipiche dove amore e soverchierie e morte vanno a braccetto. Il soprano ama, riamato dal tenore, ma tra i rispettivi padri è discordia: Miller, il padre di Luisa e il conte di Walter padre di Rodolfo. Il nobile giovane Rodolfo si presenta come Carlo, sotto dimesse spoglie, fra i contadini ed è accolto a braccia aperte da Miller: "Non son tiranno, padre son io, non si comanda dei figli il cor". Altra musica quella del conte di Walter che impone al figlio un matrimonio conveniente con una giovane nobile. Rodolfo non vuole rinunciare al vero amore e minaccia il padre, sapendolo usurpatore del titolo. Il castellano e perfido Wurm vorrebbe, tra i litiganti, far sua Luisa, in cambio di un salvacondotto per il padre. Cede la fanciulla e scrive di rinnegare il suo sincero amore e non può immaginare la povera a cosa giunge Rodolfo. Se non è amore sia morte, lo sciagurato avvelena il beveraggio e, alla rinnovata dichiarazione d'amore di Luisa, maledice il padre e uccide Wurm. I momenti più significativi sono stati interpretati dai giovani cantanti: il soprano Benedetta Bagnara ha reso con intensità il ruolo di Luisa, sicura negli accenti, assistita da un dolente Miller, il baritono coreano Choi Byunghyuk; il tenore Fabio Valenti è stato un innamorato Rodolfo dal canto generoso e squillante, il baritono Costantino Finucci ha reso di giusta drammaticità il conte di Walter. Molti meritati applausi.
G. C. A.