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Venerdì 4 Ottobre 2013 - Libertà

Meyer: «Sì, viviamo la musica con humour»

Il batterista di Elio con il Color Swing Trio domani alle Rotative per il Valtidone Festival

PIACENZA - Definii il loro concerto dell'anno scorso a Villa Marchesi di Gragnano un piacere irresistibile per le orecchie e un toccasana per lo spirito. Livio Bollani ha fatto bene a richiamare il Color Swing Trio, in approdo domani alle 21.15 allo Spazio Rotative di via Benedettine, penultimo appuntamento del Valtidone Festival promosso da Associazione Teatracordo e Fondazione Valtidone Musica con l'apporto dei comuni coinvolti, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Provincia e Fondazione Libertà.
Rivedremo in campo Christian Meyer, storico batterista di Elio e le Storie Tese e top star europea, Paolo Alderighi, considerato il miglior pianista jazz italiano emergente a livello internazionale, e Alfredo Ferrario, tra i più grandi clarinettisti di oggi, pronti a entusiasmare nuovamente i piacentini a suon di swing e musica anni '30 e '40 rivisti con sbalorditive dosi di estro e inventiva. Del concerto e altro abbiamo parlato con Meyer.
Chiesi a Elio "chi sono i Color Swing" e rispose "tre bravissimi musicisti che, come sempre accade in Italia, non riscuotono abbastanza successo"...
«Mai come ora soffriamo la chiusura di molti club e questo è il termometro dell'impoverimento delle attività culturali. Il periodo è difficile e il comparto culturale è il primo a soffrirne, ma a questo si aggiunge l'assenza di lungimiranza e pensiero della classe politica. I gruppi che pure suonano bene hanno poco lavoro: personalmente vivo una condizione privilegiata, ma sopravvivere solo con il Color Swing sarebbe dura».
L'anno scorso vi abbiamo visti in "formazione allargata": cosa cambia senza Elio?
«Da soli siamo una piccola potenza, un gruppo che convoglia le sue capacità allo scopo di comunicare una buona energia, il vero swing come deve essere suonato. Siamo compatti. Un cavallo a briglie sciolte».
Un accenno, dunque, al repertorio e allo show.
«Ci sbizzarriamo. Proviamo sempre, anche solo per il gusto di sperimentare e montare nuovi incroci. Innanzitutto tiriamo fuori tanta positività per noi stessi: il piacere di suonare e di mettersi in discussione. Sentirete brani inediti, ormai pronti a entrare in un nuovo Cd, pezzi più o meno famosi del repertorio jazz arrangiati combinando gusti e conoscenze di tutti e tre. China boy che diventa un "electro swing"; un Disco swing con la cassa "in quattro" da discoteca; vecchi dixieland rifatti in chiave reggae o lo storico pezzo salsa At the mambo inn rivisto in chiave cubana. E non mancheranno i "siparietti" didattici, in cui suonando spieghiamo generi e strutture. La missione è intrattenere, suonare buona musica "con tiro" senza rinunciare alla frivolezza, per stemperare la sacralità dell'ambiente jazz colto. La musica va vissuta con humour, è al di sopra di tutto».
C'è bisogno di continuare a suonare swing?
«È un genere senza tempo che offre enorme godimento a chi suona e a chi ascolta. Musica completa e di qualità che racchiude melodia, armonia, un senso del ritmo molto accentuato e gli aspetti tribali e ipnotici dell'africanità, madre di tutta la musica in generale».
Lei è un virtuoso sperimentatore: trova il modo di continuare ad aggiornarsi?
«La vita di un musicista è un continuo tendere a qualcosa che non si riesce mai a raggiungere e si allontana sempre più mentre tu guadagni terreno. Un meccanismo frustrante e, al contempo, molla per migliorarsi».
Chiudiamo: in che fase siete con gli "Elii"?
«Dopo il tour estivo 2012, la lunga preparazione per Sanremo, l'uscita di Album Biango con relativo tour, tiriamo un po' il fiato, tranne Elio, nuovamente impegnato con X-Factor. Torneremo sui palchi a inizio 2014».

Paolo Schiavi

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