Giovedì 10 Ottobre 2013 - Libertà
«Io e Skanavi, due anime russe»
Il duo protagonista della Stagione della Società dei Concerti di Piacenza: da Brahms a Firsova
Il violoncellista Liebermann ed il pianista stasera al "Nicolini"
piacenza - «Certo, la "scuola russa" è stata la base di tutto» dichiara Anatole Liebermann, il celebre violoncellista che si esibirà in duo con il pianista Vladimir Skanavi stasera alle 20.30 al "Nicolini" nell'ambito della Stagione della Società dei Concerti di Piacenza, sostenuta da Fondazione Libertà.
E si lascia andare ancora di più, parlando di cultura e di rispetto per la musica. Un rispetto di cui il famoso Trio Ciaikovskij, in cui il violoncellista milita da sempre, si è fatto da portavoce in tutto il mondo. Anche se, stavolta, a Piacenza si esibirà con l'altrettanto eccellente Skanavi. «Ci troviamo benissimo, anche lui è russo, è vero», ammette Liebermann. «Del resto, lo stesso vale per il Trio Ciaikovskij, con cui ho interpretato quasi tutto il repertorio russo». Da questo concetto all'importanza della propria cultura, qualunque essa sia, il passo è breve e conduce immediatamente all'Italia. «E' un vero peccato che in Italia, storica culla musicale, la musica sia poco considerata. La crisi è però vasta, a livello europeo, e ha certamente a che fare con i valori, non solo con l'economia».
Se «l'anima russa è un modo di "sentire" e non è affatto un'invezione», nel programma che Liebermann e Skanavi proporranno si spazia molto di più. Il duo proporrà infatti in apertura la Sonata per violoncello e pianoforte in sol minore, op. 5 n. 2 di Ludwig van Beethoven (1770-1827), composta dai Tempi "Adagio sostenuto e espressivo", "Allegro molto più tosto presto" e "Rondò (Allegro) ". Il tuffo nelle acque profonde del Romanticismo proseguirà con Johannes Brahms (1833-1897), del quale gli esecutori interpreteranno la Sonata per violoncello e pianoforte n. 1 in mi minore, op. 38, che si snoda lungo i Tempi "Allegro non troppo", "Allegretto quasi Menuetto" e "Allegro". E che dire dell'Élégie per violoncello e pianoforte in do minore, op. 24 di Gabriel Fauré (1845-1924), che anticiperà il brano For Slavaper violoncello solo, op. 120 (2007, dedicato alla memoria di Mstislav Rostropovich, «un grande maestro e un grande esempio per tutti noi», sottolinea Liebermann) della compositrice vivente Elena Firsova ed è qui che svolterà verso la patria russa, approdando infine a Nikolaj Mjaskovksij (1881-1950) e alla sua Sonata per violoncello e pianoforte n. 2 in la minore, op. 81 (nei Tempi "Allegro moderato", "Andante cantabile" e "Allegro con spirito").
Liebermann si professa lieto di essere in Italia, per esibirsi con Vladimir Skanavi, meritatamente considerato uno degli ambasciatori del pianismo russo nel mondo. «Del resto, anche in passato ci sono stati lunghi distacchi dall'attività con il Trio Ciaikovskij e li ritengo molto importanti per non rimanere troppo vincolati a colleghi con cui c'è enorme sintonia, e ciò è bellissimo, ma "staccandosi" si possono vivere altre esperienze importanti. Per poi tornare, più "ricchi" di prima».
E' strano ascoltare simili dichiarazioni da un grande maestro: la via dell'eccellenza non è un arrivo, neppure se si appoggia il piede sul podio dorato del mondo. Quel percorso è continuativo, una ricchezza da coltivare con fatica e passione. Liebermann ci ha regalato anche una lezione di modestia.
Eleonora Bagarotti