Martedì 15 Ottobre 2013 - Libertà
Il presidente si scusa e il dialogo diventa pacato
La richiesta del consigliere Giglio: più controlli e una "fotografia" della situazione patrimoniale
Non tira aria di scontro in Fondazione e quello che è stato l'avversario frontale del presidente Francesco Scaravaggi, vale a dire l'attuale consigliere Sergio Giglio, ha scelto un atteggiamento conciliante, anche se le domande sue e di altri membri del "parlamentino" sono state numerose. C'è chi vaticinava una richiesta di dimissioni per il presidente in carica, niente di tutto ciò, nessun dramma e c'è chi ha apprezzato le scuse presentate da Scaravaggi in merito all'accaduto.
«Abbiamo chiesto come consiglieri chiarimenti al presidente su un'operazione così importante e il presidente li ha dati, ora chiediamo di capire perché non hanno funzionato alcuni controlli» chiarisce Giglio, poco desideroso di commentare. Vista la delicatezza del caso, neppure lui ha voluto entrare nei dettagli.
Ma c'è la conferma che si trattava di un movimento di titoli per 208 milioni. L'area di Giglio ha quindi chiesto una "due diligence", come già aveva fatto in passato, vale a dire una "fotografia", da parte di un soggetto terzo, di natura patrimoniale, finanziaria, economica, gestionale sulla Fondazione.
«Comunque si è cercato di ragionare lasciando da parte ogni preconcetto, ogni scontro, abbiamo cercato di capire perché qualche meccanismo non ha funzionato» ripete Giglio. Nessun commento soprattutto sulla vicenda del licenziamento, troppo personale. Si è però cercato di capire cosa è successo anche sulla base della lettera inviata da Sbordi e che riapre la ferita degli investimenti effettuati in passato, molto contestati a suo tempo proprio da Giglio.
Ma qualcosa è cambiato, almeno nei toni: «La Fondazione è più importante di tutti noi, di me che sono un modesto consigliere e anche di chi è incaricato protempore della responsabilità della Fondazione stessa, io vorrei solo che questo patrimonio fosse intoccabile, come ogni piacentino».
p. s.