Martedì 15 Ottobre 2013 - Libertà
Come si lavorava all'Einaudi
Baranelli e Ciafaloni ne parlano con Bellocchio in Fondazione
piacenza - Le riunioni del mercoledì che vedevano attorno al tavolo, fra gli altri, Norberto Bobbio, Italo Calvino, Franco Fortini, Massimo Mila, Raniero Panzieri, Daniele Ponchiroli, Franco Venturi ed Elio Vittorini, oltre naturalmente a Giulio Einaudi, il quale, come "una sorta di sovrano illuminato, faceva parlare tutti, era contento se ognuno esprimeva la sua opinione". Ma anche l'eccezionale attenzione alla grafica espressa nelle impaginazioni impeccabili e nell'utilizzo prevalente di un carattere, una variante del Garamond, disegnato e costruito da Francesco Simoncini, tanto da venire chiamato perciò il Simoncini Einaudi o il Simoncini Garamond.
Istantanee fissate nel racconto da dietro le quinte che Luca Baranelli e Francesco Ciafaloni hanno consegnato alle pagine del volume Una stanza all'Einaudi, curato da Alberto Saibene per le edizioni Quodlibet. I due autori lo presenteranno oggi alle 17.30 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufemia 12. All'incontro "Del fare libri. Tra cultura e politica, prima e dopo il '68", insieme a Baranelli, Ciafaloni e Saibene, interverrà il saggista Piergiorgio Bellocchio, presidente dell'associazione politico-culturale Cittàcomune, organizzatrice dell'iniziativa.
Una stanza all'Einaudi raccoglie una conversazione di Baranelli, Ciafaloni e Saibene, l'intervista di Luca Zanette a Baranelli sulla collana Serie politica Einaudi e testi di Baranelli e Ciafaloni che ricordano amici scomparsi, quali Italo Calvino e Sergio Caprioglio, ed eventi eclatanti che hanno segnato la casa editrice, dalla spaccatura verificatasi nel 1963 di fronte alla possibilità o meno di dare alle stampe L'immigrazione meridionale a Torino di Goffredo Fofi (che dopo il no definitivo uscì nel 1964 da Feltrinelli) fino alla crisi del 1983 che determinò prima l'amministrazione controllata, poi il fallimento del marchio dello Struzzo.
Filo conduttore è il punto di vista da testimoni diretti che, dal loro ufficio di redattori in via Biancamano, videro sfilare in casa editrice alcuni dei più lucidi protagonisti della storia della letteratura italiana contemporanea e, più in generale, della cultura. Volti che scorrono nell'apparato iconografico, negli scatti colti soprattutto a Rhêmes-Notre-Dame, "un minuscolo paese in una valle laterale della Val d'Aosta", dove in luglio si svolgevano le riunioni estive dell'Einaudi, con tutti i redattori e consulenti delle varie discipline, da Primo Levi a Carlo Ginzburg e Giorgio Manganelli.
Anna Anselmi