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Martedì 15 Ottobre 2013 - Libertà

Con Sari e Italia un imperioso Händel

"Antichi organi": successo a San Polo per il concerto per voce e strumento

san polo - E' una vicenda di passione quasi viscerale per la musica e di rispetto assoluto, fino al recupero filologico, dello strumento ma anche di promozione culturale.
Antichi organi. Un patrimonio da salvare, 26esima edizione consecutiva, ci ricorda quanto abbia inciso l'organistica sulla sensibilità musicale collettiva. E nella chiesa di San Paolo Apostolo di San Polo (Podenzano) il giovane organista veneziano Nicolò Sari e il soprano, residente in San Polo, Ilaria Italia hanno infatti dimostrato tutta la profonda mistica dell'organo.
Nella presentazione don Franco Sagliani ha ricordato che «stasera questa chiesa diventa auditorium, luogo di cultura e di elevazione spirituale. Siamo ricchi senza saperlo, custodiamo un tesoro. Possedere tale strumento (un "Bossi Urbani" della prima metà dell'800 restaurato nel 2002) è un vanto».
Alessandro Ghisoni, sindaco di Podenzano, ha sottolineato che «questo strumento è fantastico. Ogni volta scopriamo quanto sia importante. Chi non c'è perde qualcosa».
Il programma delineato da Sari e Italia prevedeva soprattutto pezzi italiani, omaggio a una grande tradizione, evidente nella suggestiva apertura con il Concerto in Si minore e - accompagnata da Italia - Domine Deus del geniale Antonio Vivaldi. Dopo un tema con variazioni di Niccolò Moretti, la famosa Ave Maria di Giulio Caccini da Italia tradotta ottimamente e in un accentuato intimismo. Altro sussulto nel pubblico con La Vergine degli angeli di Giuseppe Verdi che Italia ha reso oltremodo affascinante con il suo potente timbro vocale. Altri autori ripresi da Sari E Italia hanno contribuito a magnificare vivacità e varietà delle alternative dell'organo, dai campanelli alla grancassa, dal flauto alle trombe. Infatti la Sonata in Fa maggiore di Andrea Lucchesi, poi Elevazione e Post communio di Giovanni Morandi hanno permesso di sciorinare moltissimi registri dello strumento. In mezzo a questi la romantica Lascia ch'io pianga di Händel dove ancora eccelleva Italia, brava a modulare il volume sonoro secondo le esigenze di compositori di scuole diverse.
«Moretti e Lucchesi - ci ha ricordato Sari - sono stati introdotti perché ben s'addicono a un organo di non grandi dimensioni e di pedaliera ridotta». Visibilmente soddisfatta Italia «per aver avuto la possibilità di cantare nel mio paese pezzi abbastanza impegnativi tra vocalità barocche e ‘800esche mentre Händel l'abbiamo scelto per variare».
Ricordiamo che Antichi organi è curata dall'associazione "Progetto musica" di Pietro Tagliaferri e che la direzione artistica è di Giuseppina Perotti. Tra sponsor e sostenitori troviamo Provincia, vari Comuni, Banca di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Fabio Bianchi

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