Giovedì 24 Ottobre 2013 - Libertà
Tecnopolo, opportunità per far crescere Piacenza
«Non si tratta semplicemente di una nuova sede per il laboratorio Musp, ma di un esempio di come dovranno essere, in prospettiva futura, gli insediamenti industriali nella Regione Emilia Romagna». Così Michele Monno, direttore del Musp di Piacenza, inizia a parlare del maxi-progetto che prevede la creazione del Tecnopolo cittadino nel complesso di Casino Mandelli, dove appunto troverà sede anche il laboratorio di ricerca sulle macchine utensili ed i sistemi di produzione afferente al Politecnico di Milano. Se tutto va bene, entro l'inizio del 2015 infatti l'intero complesso delle Mose, di proprietà del Comune, potrà ospitare le attività di ricerca del Musp e di Rse (Ricerca sul Sistema Energetico), società nata dalle ceneri del Cesi che sviluppa attività di ricerca nel settore elettro-energetico. Resterà invece nei locali dell'ex Centrale Emilia l'altro laboratorio di ricerca cittadino, il Leap.
Tornando alla creazione del Tecnopolo (promosso da Comune, Camera di Commercio, Fondazione, Politecnico di Milano e Università Cattolica), Monno è chiaro: «È in corso una azione coordinata a cui partecipano Regione, Comune, imprese che stanno curando la realizzazione dell'infrastruttura e partner industriali del laboratorio per fare in modo che questa realizzazione rappresenti un modello per altri insediamenti industriali della Regione - ha dichiarato - sarà una struttura energeticamente sostenibile, fornita di impianti fotovoltaico e geotermico per avere dei laboratori con consumi energetici estremamente contenuti. Prendendo spunto da parecchi insediamenti industriali del Nord-Europa, sono stati impiegati accorgimenti per la riduzione dei consumi energetici e per il riutilizzo di materiali, mentre il progetto del nuovo capannone tiene conto delle recenti normative antisismiche. L'obiettivo è di rafforzare anche attraverso l'infrastruttura il ruolo del laboratorio come punto di riferimento per la ricerca applicata nel settore dei beni strumentali per l'industria secondo un'impostazione in linea con la cosiddetta iniziativa 3S (Smart Strategy Specialization), una strategia prevista da Horizon2020, il nuovo programma quadro della UE che coprirà il periodo 2014-2020, e richiesta dalla Regione».
Del resto il progetto della Rete Alta tecnologia inizia da lontano: nei primi anni Duemila la Regione Emilia Romagna ha stabilito la creazione di una serie di laboratori regionali destinati alla ricerca industriale, ma solo a partire dal 2006 che il progetto si è indirizzato verso dei tecnopoli regionali.
«L'idea iniziale sarebbe stata di realizzare cinque Tecnopoli, ma successivamente si è passati a 10: uno per provincia e due per Bologna - ha spiegato Monno - contemporaneamente è venuta meno anche l'iniziale connotazione "culturale" di queste infrastrutture, pensate come sedi di ricerca dedicate a specifici settori».
Nasce così il progetto, finanziato da Regione e Comune: la successiva gara d'appalto è vinta da una cordata locale formata da Edilstrade e Cogn e a loro dunque spetta il compito di recuperare l'intera area di Casino Mandelli per trasformarla in un Tecnopolo che, come evidenziato da Monno, «rappresenterà una opportunità di crescita per il territorio».
Betty Paraboschi