Lunedì 28 Ottobre 2013 - Libertà
Candidati e vincitori, deciderà un comitato
Operazione maquillage per il 2014
Scaravaggi pensa alla prossima edizione
Ricostruire un comitato condiviso. E' questo l'obbiettivo che si è prefissata la Fondazione di Piacenza e Vigevano per l'edizione 2014 dell'Angil dal Dom: «Il premio è nato tanti anni fa e aveva un comitato che però oggi non c'è più - ha spiegato il presidente Francesco Scaravaggi - stiamo quindi pensando ad una ristrutturazione della situazione attuale e alla ricostruzione di un comitato condiviso». Un gruppo di persone, insomma, che si confronti nella scelta dei prossimi "angeli" di Piacenza, di quegli ambasciatori che portano alto il nome della nostra città nel mondo, attraverso delle opere di carità cristiana. Intanto, quello 2013, per il presidente Scaravaggi è stato il primo Angil dal Dom consegnato a due donne missionarie che a un certo punto della loro vita hanno deciso di lasciare tutto per fare del bene agli altri. Ha pensato a sua figlia Elisabetta, mentre consegnava questi premi? «Sì, un pensiero a lei c'è stato - ha detto Scaravaggi - anche perché mia figlia, suora missionaria, il prossimo anno forse andrà in Venezuela. Nella mia famiglia c'è uno spirito missionario, ma io credo ci sia anche in tutta la comunità piacentina e questo fa molto bene perché ne traiamo un ritorno in termini di coesione sociale». L'Angil dal Dom, ovvero l'angelo dorato che getta il suo sguardo sulla città di Piacenza dall'alto della cattedrale del Duomo, è un premio istituito dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano nel 1992: con che scopo? «Fra gli obbiettivi perseguiti dalla Fondazione troviamo anche quello di promuovere la comunità piacentina e riconoscere quei cittadini che si fanno onore all'estero - ha spiegato Scaravaggi - sotto le ali dell'angelo, quest'anno, abbiamo deciso di assegnare l'Angil dal Dom a due donne per estendere a 360° la generosità dei piacentini». Le due "ragazze", come le ha chiamate Scaravaggi durante la cerimonia di premiazione avvenuta sul sagrato del Duomo, sono Giuseppina Fiorani e Daniela Marchi: «Parliamo di due ragazze che hanno lasciato le loro comode case per andare in terre lontane - ha ricordato Scaravaggi - e fare del bene alle popolazioni che più ne avevano bisogno. La loro è un'azione che apre alla solidarietà e alla cultura del dare, e che respinge quella chiusura egoistica in cui capita di avvilupparsi». Un premio, quindi, che vuole essere anche un promemoria per tutta la comunità piacentina. Le azioni compiute dagli "angeli del Duomo" a centinaia di chilometri da Piacenza, ricadono a pioggia su tutti coloro che abitano sul territorio: «Piacenza ne riceve un grande ritorno in onore e unità sociale».
Nicoletta Novara