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Lunedì 23 Settembre 2013 - Libertà

La musica sulle tracce di Sigerico

Con Eudaimonia e Scagnelli lungo le strade della devozione

piacenza - Sulle tracce di Sigerico su un percorso lungo oltre duemila anni, popolato da generazioni di pellegrini, animato da una fede che non conosce stanchezze. Piacenza si è messa in cammino e lo ha fatto in occasione del Francigena Festival 2013 che ha fatto tappa anche nella nostra città e nello specifico nella magnifica cornice della Sala dei Teatini: proprio lì, nel tempio seicentesco a lungo dimenticato e poi riportato a nuova vita, si è svolto il concerto organizzato dall'associazione "Transitum Padi" (che ha parlato delle sue attività e del tratto piacentino della via Francigena) in collaborazione con il Comune di Piacenza e la Fondazione di Piacenza e Vigevano nell'ambito del Francigena Festival promosso dall'Associazione Europea Vie Francigene e dall'Associazione Civita.
Protagonisti della serata, che ha attirato ai Teatini un foltissimo pubblico, sono stati la violinista e leader degli Enerbia Maddalena Scagnelli, il bravo gruppo vocale Eudaimonia composto da Anna Perotti, Lucia Dal Corso ed Elisa Dal Corso, il ghirondista Matteo Dorigo e l'arpista Domenica Cifariello. A loro è dunque spettato il compito di farsi novelli Virgilio sulle strade della devozione: tanti sono stati infatti i percorsi evocati durante il concerto, dalla via Francigena per l'appunto al cammino di Santiago per andare "a la casa di Galizia", senza tralasciare ad esempio la via Romea di Stade che dalla Germania porta ancora oggi i pellegrini verso San Pietro.
Sulle vie dei pellegrini era il titolo dell'evento ed ecco che il cammino ha potuto avviarsi sulle note dello strumento del viandante per eccellenza: il bordone, ossia il suono fisso di quella ghironda che è scolpita, seppure in forma più grande (e da qui ecco il nome "organistrum"), sul portone di Santiago e che tuttavia ha ispirato persino dei musicisti come i Led Zeppelin.
E' stata la ghironda, in accompagnamento con un altro strumento del popolo come la tammorra, a decretare l'inizio di un viaggio in un'epoca medievale intrisa di devozione e superstizione, necessità di espiare ma anche di divertirsi nelle "taberne" dove "Bache bene venies". Dal monastero benedettino di Montserrat in Catalogna a quello di San Colombano a Bobbio il passo non è breve, ma anzi faticoso: ma lo è stato molto meno l'altra sera ai Teatini, in quel tempio di fede che non a caso sorge proprio in via Scalabrini, ossia in quello che a tutti gli effetti è il prolungamento della via Francigena dentro la città. Lì sono sono risuonati i numerosi brani legati alla devozione della Vergine che nel corso dei secoli sono stati intonati da generazioni di fedeli e che ci sono stati tramandati dai codici medioevali: uno è l'Antifonario di Bobbio e proprio da quello i talentuosi cantori hanno ripreso un'antifona cantata in un latino semplice e sapido e intitolata Vernans Rosa, che è stata eseguita con l'accompagnamento dell'arpa e del salterio, seguita da un'altra lode mariana intitolata Beata es Maria.
Spazio poi ai codici del mondo anglosassone che hanno tramandato generazioni di rituali di danze e di carols come There is no rose, alla cattolicissima Spagna con Polorum Regina eseguita con l'accompagnamento dell'arpa, del salterio e della ghironda, Rosa das Rosas (eseguita insieme al bravo chitarrista Massimo Visalli, ospite a sorpresa della serata) e una cantiga tratta dalla raccolta commissionata da Alfonso X il Saggio e poi una danza bretone con tammorra.

Betty Paraboschi

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