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Sabato 14 Settembre 2013 - Libertà

Quei ritmi tangueri che profumano di malizia e ardore

di MATTEO PRATI
Il terzultimo appuntamento del Valtidone Festival parla argentino, racconta di sonorità intense, dell'amore e della passione. Il tango e la milonga, la seduzione e il rossore. L'invito romantico ma fermo, la ritrosia, l'abbraccio viscerale. Gioia e nostalgia, sguardi fieri e fantasia, colore e cuore. I battiti sono del gruppo italo-argentino Tango Spleen Orquesta, guidato dal maestro Mariano Speranza, fondatore e direttore dell' ensemble nell'occasione impreziosito dalla presenza della sorella Ivanna Speranza, soprano di chiara fama.
Il pubblico piacentino, molto folto e partecipe, li ha accolti nel cortile di Palazzo Rota Pisaroni sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano principale sostenitore del Valtidone Fest, rassegna diretta da Livio Bollani, patrocinata dalla Regione, firmata dalla Fondazione Valtidone Musica in collaborazione con l'associazione Tetracordo e sostenuta, appunto, dalla Fondazione e, tra gli altri sponsor, da Editoriale Libertà e grazie allo sforzo della Provincia e degli undici comuni della vallata coinvolti. Lo spettacolo rientrava anche nella brillante mini rassegna estiva Note d'Estate, terminata proprio con il concerto di giovedì.
Le parole di Livio Bollani arrivano puntuali ad introdurre la serata e a mettere in luce il profondo affetto che gli spettatori del "Valtidone" continuano a dimostrare ad ogni evento. Il saluto del presidente della Fondazione Francesco Scaravaggi arriva a pochi istanti dal primo rintocco tanguero. Suono che agguanta, sferza, accarezza, timbri che profumano di malizia e candore, l'ardore, il desiderio, lo spirito che si imbizzarrisce. Amori consumati a "fuego lento". Lontano dalla musica d'accademia per riappropriarsi del linguaggio più schietto, diretto, incisivo. La Tango Spleen Orquesta si aggira in questi territori. Guarda al ritmo. Qualcuno, sulla scalinata che cinge il cortile del palazzo, accenna passi di tango. Non è facile resistere al richiamo. A "condurre le danze" ci pensa l'effervescente Mariano Speranza, cantante, pianista, direttore e arrangiatore. Il messaggio languido arriva in profondità. Basta poco per disegnare un bozzetto: una luna ammaliatrice, un bacio furtivo, due amanti appoggiati ad una ringhiera. Sul palco eccellenti musicisti: Silvio Jara, chitarra; Francesco Bruno, bandoneon; Andrea Marras, violino; Elena Luppi, viola; Gian Luca Ravaglia, contrabbasso. E, naturalmente, la voce vellutata di Ivanna Speranza a deliziare il pubblico con alcuni inserti di alta scuola.
Il repertorio proposto è piuttosto variegato. L'intenzione del sestetto è quella di attraversare e rivisitare alcuni generi musicali argentini. Il tango in primo piano. I codici del tango milonguero ci sono tutti. Tradizione, folklore e il presente. Brani noti e standards famosi ma anche pezzi originali tratti dall'album Tipico, uscito nel 2011. Si passa dai motivi celebri del tango di Astor Piazzolla come Oblivion e La misma pena, a quelli popolari come la Chacarera del violin e la zamba Luna cautiva. Non manca un omaggio ad Osvaldo Pugliese. Poi arrivano Milonga schupi, Pablito, Verano nella sierra, Guerra. Durante il bis la platea è in piedi. L'applauso sgorga spontaneo. Naturalissimo.

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