Domenica 15 Settembre 2013 - Libertà
Acrobazie e giocoleria, ricetta vincente
Il Circo 238 a San Nicolò per Lultimaprovincia: divertimento e un po' di suspense
SAN NICOLO' - La rassegna Lultimaprovincia. Terra di teatro e di confini, 22ª edizione consecutiva, curata da Manicomics Teatro ha proposto a San Nicolò un raffinato spettacolo con il Circo 238: Perché no? . E' stato allora uno spumeggiante one-man show quello andato in onda grazie alla verve di Alberto Longo.
Nell'introduzione Paolo Pisi dei Manicomics ha ricordato come quella della serata essere una nuova poetica del circo contemporaneo. Solo il virtuosismo degli attori nel regalare emozioni, senza nessun animale.
Graziella Gandolfini, assessore comunale alla cultura, ha poi sottolineato il proponimento di «un teatro per famiglie e bambini dove si riesce a istituire un filo diretto fra attori e spettatori».
Il protagonista, sull'improvvisata scena della pista polivalente del centro culturale di San Nicolò, ha mostrato quanto suggestivo sia mescolare giocoleria, acrobazia e virtuosismi vari. C'è stata un'escalation di divertimenti: inizio con il coinvolgimento del pubblico rubando e nascondendo indumenti, scambiando i posti a compiaciuti spettatori. Poi i tradizionali birilli gli hanno permesso variazioni sul tema: agilità ma anche - mimando specifici atteggiamenti - "macellaio cinese", "cowboy", quindi giochi di bravura con 4 e poi 5 "clave", come Longo definiva i birilli.
Anche il lanciatore di coltelli ha divertito: uno spettatore si è prestato al gioco e, bendato, ha alla fine tirato un sospiro di sollievo ma.. non è andata come ha creduto. Poi sull'onda di una trascinante colonna sonora - motivi scanzonati e spagnoleggianti - evoluzioni ginniche, non spericolate però, hanno ribadito la bravura del solitario artista.
Alla fine Longo ha confessato di amare questo lavoro, «di sentirsi felice di quello che fa». «Mi fa raggiungere la serenità anche perché non ho nessun pensiero per il lavoro. Sono un artista, solo questo posso fare. Provo il piacere di sentirmi felice di fare quello che mi piace».
Circo 238. Perché no? ha offerto un'alternativa al circo tradizionale, fra i quotidiani malumori l'artista ha incastrato un'ora di puro relax, ha esaltato la dimensione favolistica e di perenne sogno.
Il clown è sempre esistito, è figura ancestrale, mitica quasi, e spesso rivendica la discendenza da una specie di semidio, è un "briccone divino".
Nel momento e nel monumento all'assurdo degli artisti circensi l'effimero, il corporeo e il sublime si confondono nel dinamismo di forme e colori. Qui l'attore è un operatore simbolico, strumento in cui si riflette la nostra debole cultura che, nello stesso tempo, viene superata e trascesa.
Lultimaprovincia è sostenuta da Fondazione di Piacenza e Vigevano, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Piacenza e dai Comuni aderenti.
Fabio Bianchi