Mercoledì 11 Settembre 2013 - Libertà
Archiviata con grande successo la kermesse numero 19, Nicola Curtarelli anticipa alcuni progetti per il prossimo anno
di PAOLO SCHIAVI
L'anno prossimo Tendenze taglierà il traguardo della ventesima edizione. «Con ogni probabilità sarà l'ultima organizzata da 29Cento». Così Nicola Curtarelli, presidente dell'associazione, "regista" del festival da ormai dieci anni. «Nessun dissapore, nessuna crisi, semplicemente c'è voglia e necessità di rinnovamento. Un passaggio del testimone fisiologico, esattamente come accadde dieci anni fa quando ereditammo il timone da Tony Face Bacciocchi e Davide Galli. Tra di noi - continua Curtarelli - c'è chi ha fatto figli, chi non vive più qui, chi ha intrapreso altri percorsi. Una splendida squadra che però adesso vuole lasciare le cose in buone mani prima di farsi da parte».
Tracciando un bilancio dell'edizione appena conclusa, il tema Tendenze 2014 è insomma lo snodo più caldo. «Probabilmente sarà ancora a Spazio4, location che ha ormai una storia solida alle spalle e dimostra di reggere l'onda d'urto, e resterà ad ingresso gratuito anche se per non fermare il festival e non limitarne le proporzioni, il livello e la qualità, in futuro toccherà senz'altro introdurre un seppur piccolo biglietto».
Che Tendenze sarà quello del ventennale? Presto per dirlo. «Dipenderà soprattutto dalla tempestività con cui potremo metterci tutti, istituzioni "in primis", attorno al tavolo a progettarlo. Stavolta non potremo lottare contro il tempo. Certo, onorare il ventennale con uno scatto è nelle nostre intenzioni. Se celebrarlo con un ritorno nel sotto mura sarà impossibile, perché si tratta di un'area insostenibile dal punto di vista logistico ed economico, cercheremo di coinvolgere anche gli inventori storici e di capire insieme cosa fare per restituire alla città 20 anni di festival in tre giorni. Perché no, c'è nell'aria anche l'idea di una pubblicazione, qualcosa di tangibile. La scommessa è intercettare le risorse necessarie».
A tal proposito, «ottima si è confermata la collaborazione con il Comune e davvero determinate è stato l'ingresso della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che con grande generosità ha sposato la proposta in tempi record offrendo un contributo che ci ha permesso di mantenere l'impostazione del festival e la sua gratuità. Se l'anno scorso si era chiuso con un bilancio negativo, da una prima occhiata quest'anno i conti invece sembrano tornare, nonostante siano lievitati i costi tecnici e artistici dovuti ad una programmazione più ambiziosa con molti gruppi ospiti dall'Italia e dall'estero. La speranza è che la Fondazione sia rimasta soddisfatta dell'investimento e che voglia dare fiducia a Tendenze anche il prossimo anno».
Quanto al livello artistico, Curtarelli lo definisce «mai così alto. Non c'è stato un gruppo sotto tono, neanche nelle primissime ore, in cui l'affluenza è sempre stata interessante, per poi crescere nelle ore successive fino a far registrare nuovi record di presenze su tutte e tre le serate, specie la domenica. Le band locali dal canto loro dimostrano ogni anno di crescere e di saper fare uno scatto avanti, anche quanto a consapevolezza, riuscendo a farsi notare e ad intrecciare nuovi rapporti con gruppi e agenzie ospiti. Un traguardo importante per Tendenze, il cui senso è anche questo. I gruppi da fuori, da parte loro, ci hanno riempito di complimenti. Qualcuno, artisti e addetti ai lavori, si è spinto a definire il festival uno dei più belli e meglio organizzati d'Europa nel suo genere. Inutile dire quanto riempia d'orgoglio sentirsi dire queste cose: Tendenze è un punto di riferimento a livello extra provinciale ed extra regionale e iniziano a parlarne anche all'estero». Effettivamente, chiude Curtarelli, «è stato tutto frenetico ma abbiamo sempre spaccato il minuto, tutto è filato liscio, non un ritardo, quasi nessun problema tecnico. E con 51 gruppi in tre giorni questo è senza dubbio un grandissimo risultato».
Una sfida vinta anche stavolta, dunque, da un festival con una personalità unica e inconfondibile che ha fatto e continua a fare scuola, per cui non possiamo che augurarci un luminoso futuro, perché una Piacenza senza Tendenze non è neanche lontanamente immaginabile.