Domenica 11 Agosto 2013 - Libertà
Caro-bus, Fondazione: risorse finite
Scaravaggi: e non possiamo sostituirci agli enti nella gestione di servizi
Caro-bus, la Fondazione di Piacenza e Vigevano iscrive la vicenda del supposto rifiuto ad erogare un contributo di 100 mila euro sotto la voce "equivoco".
«E' nato un equivoco, uno strano equivoco» spiega il presidente Francesco Scaravaggi da Rapallo, ma già di rientro oggi per le commemorazioni sul Crociglia degli alpini scomparsi sul Pizzo Palù. Il presidente ha letto sul nostro quotidiano, non senza imbarazzo e sorpresa, l'amara considerazione della Provincia che di fronte alla richiesta avanzata in via Sant'Eufemia si sarebbe sentita rispondere "picche" (vd. Libertà di ieri), così da dover riaprire l'affannata ricerca di un finanziamento che impedisca la crescita degli abbonamenti studenteschi tra il 14,2 per cento e il 35,6 per cento.
Scaravaggi frena: «Non è stato un vero rifiuto il nostro, a Trespidi avevo detto di non aver dimenticato la sua lettera, nei giorni seguenti semplicemente avevamo letto sulle pagine dei giornali che la soluzione era stata trovata, il nostro Cda del 1° agosto non ha quindi affrontato l'argomento ritenendo superato il problema». Forse il bisticcio nasce dal fatto che la Fondazione veniva ritenuta dalla Provincia come la soluzione del problema stesso, chi può dirlo. E così da via Sant'Eufemia non è uscito un "no" formale per iscritto, come succede nei casi di respingimento delle richieste di erogazione, però non è uscito neppure un "sì". Uno spiraglio, alla ripresa settembrina, c'è, assicura Scaravaggi, ma stretto, par di capire.
Il punto è, spiega il presidente, che con agosto sono già praticamente esaurite le risorse disponibili sui capitoli di "istruzione" e "famiglia", nel primo caso a causa dei corposi e già previsti stanziamenti pluriennali per le università, nel secondo per l'ampiezza delle richieste ricevute. Prova ne sia che anche diversi Comuni sarebbero rimasti a bocca asciutta dopo la sospensione dei sostegni sull'istruzione. Se ne potrà riparlare con il bilancio 2014, come pure per il contributo al fondo anti-crisi: «Quest'anno abbiamo ormai poche decine di migliaia di euro su questi due capitoli» conferma il presidente che ne aveva parlato anche in conferenza stampa di metà anno alludendo al fatto non c'era più fieno in cascina e che non è possibile trasferire risorse da un capitolo all'altro. C'è però una ragione di fondo, forse ancor più forte e dirimente, un principio che vale nei confronti di tutti gli enti locali pur strangolati dal patto di stabilità: «Non possiamo sostituire gli enti pubblici nelle loro competenze primarie, nelle gestioni ordinarie» sottolinea Scaravaggi. La Fondazione non può per statuto sostenere economicamente dei servizi pubblici, senza contare che se così fosse arriverebbero richieste a valanga. Un forziere di 5,5 milioni di euro l'anno non lo consentirebbe neppure se fosse ammesso.
Comunque Scaravaggi rimanda a settembre una valutazione approfondita sul caso-bus. Si vedrà. Peraltro c'è chi ricorda che il dialogo tra neopresidente e Provincia ha avuto altri momenti di corto circuito e non partì con un abbraccio, ci fu la richiesta di Trespidi a Scaravaggi di fare un passo indietro dalla presidenza dopo le divisioni emerse in consiglio generale. Oggi forse serve un po' d'olio su quelle ruggini.
Patrizia Soffientini