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Domenica 30 Maggio 2004 - Libertà

Presley per tutti, tutti per Elvis

Folla a cortemaggiore per la convention del fan club di "The King". Tra cimeli, oggetti-ricordo e auto d'epoca s'è aperta la giornata dedicata al mito del Rock. E lo storico chitarrista Wilkinson incontra i fans

Chi è, o cos'è, oggi Elvis Presley per il suo popolo? Non parliamo dei semplici appassionati di rock (e non solo di rock) che ascoltano e amano i dischi del cantante che della nuova e ribelle "musica giovane" nata mezzo secolo fa fu la prima star planetaria e - sì, diciamola questa parola - il Re. Parliamo di coloro per cui Elvis è un'icona, un santino, una figura familiare. Di più: una presenza amica. I seguaci di un culto commosso e commovente, che vanno volentieri in pellegrinaggio a Graceland, la casa-mausoleo del loro eroe (un Vittoriale Memphis style, un terrificante Escurial del Kitsch americano); che cercano di pettinarsi, atteggiarsi, vestirsi come il loro idolo nell'una o nell'altra delle sue stagioni; che compatiscono - "Poveretti: loro non sanno", pensano - i cronisti superficiali che li liquidano come un fenomeno di costume un po' grottesco. Il "popolo di Elvis" sparso nelle contrade d'Italia è sciamato ieri nella nostra provincia, come fa da dieci anni a questa parte, per Elvis for everyone, manifestazione organizzata dall'Elvis Friends Fan Club Italia presieduto da Stefano Bardelli e dalla sezione piacentina del club presieduta da Marco Barabaschi, che ieri ha visto la sua decima edizione svolgersi al Fillmore di Cortemaggiore. Promosso con la collaborazione di Comune di Cortemaggiore, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Rotary Club Valnure e Valtrebbia, Banca di Piacenza e Radio Sound, Elvis for everyone (che come sempre devolverà i suoi proventi in beneficenza, alle associazioni Alzheimer e Armonia: un bel modo per omaggiare la memoria di "the King", che anche nei tristi anni del suo declino fu sempre dedito a una filantropia non di facciata) è stato una maratona di musica, filmati, ricordi e cimeli. Un vero raduno votivo con macchinate di amici giunte fin da Taranto, e intere famiglie con pupi e carrozzine al seguito che si aggiravano felici nel club in mezzo a centinaia di "correligionari". Si sono esibiti gli impersonators fai - da - te che hanno cantato (bene) al karaoke le canzoni del loro eroe: su tutti ha stupito Gabriele Elli, receptionist monzese di 31 anni che ha sfoderato una voce da brividi nel gospel Good times. Ma torniamo alla domanda di partenza: chi è, oggi, Elvis per i suoi fan? La risposta ha molte facce, di varie età. Ha i capelli grigi di Claudio e Primo di Piacenza, 63 e 64 anni, che raccontano la scoperta, nel 1957, di una musica che era la cosa più eccitante, libera e "pericolosa" che avessero sentito fino a quel momento. Ha la "banana" pettinata con cura e i pantaloni con striscia laterale di Marco, operaio della provincia di Venezia che ha promesso alla morosa di portarla a Graceland e definisce Elvis "una guida nella vita". Ma soprattutto, forse, ha il soprappeso da John Belushi, i basettoni e gli occhiali blu di Vladimiro Marchionda, 52 anni, foggiano trapiantato a Torino e portiere d'ospedale che ricorda: "Da ragazzino lavoravo nell'edicola de miei genitori quando, dall'altra parte della strada, sentii un giradischi che suonava Blue Hawaii. Chiesi al ragazzo che l'ascoltava di prestarmi il disco e quel giorno per me tutto cambiò. Sembrerà sciocco dirlo, ma nei momenti meno felici della mia vita, la voce di Elvis è stata qualcosa che mi faceva dimenticare ogni pena".

a. ten.

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