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Giovedì 8 Agosto 2013 - Libertà

Tutta la Pertite deve diventare un "parco della memoria"

DUE TRAGEDIE DEL PASSATO

di BRUNO GALVANI
ad ore si svolgerà l'annuale cerimonia di commemorazione della più grande tragedia lavorativa piacentina: lo scoppio della Pertite del 1940. Una triste pagina della nostra storia con la perdita di quarantasette vite. Ma non bisogna dimenticare che il totale delle morti in quella fabbrica militare, se aggiungiamo quelle causate da un precedente scoppio avvenuto nel 1928, arrivano a ben sessanta. Sono passati tanti anni da queste due tragedie, ma in realtà nell'immaginario collettivo, grazie anche a tutta la discussione che ormai da tempo è nata sulla futura destinazione di questo pezzo di città, sembra un fatto recentissimo che ancora ci sgomenta. Ed allora, ancora una volta, intervengo per riproporre all'opinione pubblica la posizione dell'Associazione che rappresenta a livello nazionale gli invalidi, vedove ed orfani del lavoro su quest'argomento: tutta la Pertite deve diventare un "parco della memoria" dedicato alle Vittime dei due scoppi. I militari, ai quali tutti noi dobbiamo certamente riconoscenza per aver portato lavoro alle nostre genti per anni e confidando che questa loro presenza possa continuare ancora, alla luce di quanto ha dovuto soffrire la nostra comunità per queste perdite, una volta risolti i loro problemi logistici (e non credo ci possano volere anni per trovare un altro luogo dove dislocare le poche attività che si svolgono ancora attualmente in quel posto) devono donare alla città tutta la Pertite. Tutta. Poi tutti insieme (istituzioni, Fondazione, comitati, associazioni ecc.) si deciderà cosa recuperare o meno dei manufatti attualmente presenti e soprattutto come trovare i soldi necessari al suo completo recupero. In un luogo che ha quella storia sarebbe assurdo ed oltraggioso costruire alloggi residenziali o commerciali. Inserimento o meno del vincolo nell'attuale Prg. Dai militari ora ci aspettiamo un gesto d'onore: la restituzione senza contropartita di tutta l'area. Tutti i nostri bei calcoli e progetti di scambio facciamoli, se proprio vogliamo, sulle altre aree militari, ma per favore non su questa. Questa, nella sua totalità, deve essere dedicata a quelle persone che li vi hanno perso la vita.

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