Domenica 11 Agosto 2013 - Libertà
Con l'organista Vescovi spartiti d'emozioni
Belle esecuzioni da Pachelbel a Bach sul "Tamburini" del Conservatorio
piacenza - Gli organi sono strumenti portentosi, sono l'anima musicale di Dio e del mondo. Presuppongono però artigiani sopraffini che li costruiscano e, quindi, musicisti di levatura che ne valorizzino una gamma sonora quasi infinita.
Come esattamente successo al Conservatorio "Nicolini" con Pietro Vescovi, tra i più grandi organisti italiani, che ha tenuto uno stupendo concerto ricorrendo i 120 anni della fondazione della fabbrica d'organi "Commendatore Giovanni Tamburini". L'evento voleva anche ricordare Franco Anselmi Tamburini (Crema, 1920-2001), ultimo illustre esponente di quella ditta e della relativa dinastia per decenni all'avanguardia nel settore.
Grande l'organista, grande l'organo (chiaramente "Tamburini" del "Nicolini"), grande il contributo fornito nei decenni dalla suddetta ditta, non meno intenso il programma. Davanti ad un pubblico abbastanza numeroso, Vescovi ha infatti proposto impegnative e sofisticate composizioni per organo risalenti agli ultimi secoli.
In apertura Ciaccona in Re minore di Johan Pachelbel (1653-1706), sospesa fra semplicità armonica e melodica cantabilità e mossa da una forte densità contrappuntistica.
Poi Vescovi ha proposto sublimi corali di Johannes Sebastian Bach (1685-1750), senz'altro il più grande autore di letteratura organistica del continente europeo. Dapprima Jesus Christus, unser Heiland, der von uns den Zorn Gottes wand BWV 688 quindi Dies sind die heil'gen zehn Gebot BWV 678, due eccellenze nella vastissima produzione bachiana.
A chiusura della prima parte, la Passacaglia in Do minore BWV 582 sempre di Bach, senz'altro la più famosa dell'intera gamma di queste musiche leggere e quasi di intrattenimento.
Nella seconda inizio con Corale II in Si minore, altra celere opera di un compositore stregato da Bach, Cesar Frank (1822-1890), che per tutta la vita cercò di arricchire il panorama musicale francese con solenni esempi quasi sempre di derivazione appunto bachiana.
Finale con la Fantasia sul corale "Wie schön leucht't uns der Morgenstern" op. 40 n. 1 di Max Reger (1873-1916), dalla critica considerato uno dei temi tecnicamente più complicati di questo genere ed anch'esso fortemente debitore, nell'ispirazione, a Bach.
Serata piacevole in tutti i sensi: imperturbabile, pacata e solenne la musica dell'organo, Vescovi poi ha ribadito di essere un virtuoso dello strumento. E poi aleggiava la figura quasi leggendaria di Anselmi Tamburini, personalità carismatica, forse l'ultimo grande "organaro" italiano o, viceversa, l'organaro per eccellenza del '900, non solo italiano. Ma, a detta di alcuni musicisti che l'hanno conosciuto, il termine "organaro" è nel suo caso riduttivo perché Anselmi Tamburini nella sua lunga carriera sempre dimostrò squisita sensibilità artistico-musicale distinguendosi, altresì, nella costruzione dei clavicembali.
Fabio Bianchi