Lunedì 5 Agosto 2013 - Libertà
«I piacentini ricordino Verdi»
A Nibbiano conferenza di Stefano Pareti sui soggiorni emiliani del maestro e l'esibizione degli allievi della classe di canto del "Valtidone summer camp"
NIBBIANO - Nell'ambito della "Fondazione Val Tidone musica" i "Val Tidone summer camp" hanno acquisito peso notevole. Concepiti per giovani promettenti, si avvalgono di esperti docenti e, a fine lezioni, prevedono saggi e, spesso, ai concerti di chiusura, sono abbinate interessanti iniziative. Come è successo alla tenuta "La Torretta", Sala Mandelli, Nibbiano Val Tidone, dove "La musica del vino. Note di Verdi in cantina" - evento collaterale ai corsi di perfezionamento del "Val Tidone summer camp" - ha presentato due diversi contributi. Stefano Pareti, attento studioso del panorama musicale anche locale, ha tenuto infatti la conferenza "Giuseppe Verdi a Piacenza: amicizie e soggiorni" poi intervallata dall'esibizione degli allievi della classe di canto di Teresa Cardace.
Il bicentenario della nascita di Verdi (1813-1901) ha illuminato aspetti ancora oscuri della sua vita. «Questa conversazione vuole tratteggiare - così ha iniziato Pareti - l'intreccio di relazioni umane e rapporti artistici che il maestro intrattenne con Piacenza e altre località della provincia. Ho attinto a varie fonti limitandomi agli avvenimenti più rilevanti o più curiosi».
Ha proseguito aggiungendo come «Verdi abbia amato profondamente la nostra terra, ne sono testimonianza le tante attività da lui sostenute finanziariamente a Villanova, Cortemaggiore e S. Agata nonché quanto scrisse in proposito nel testamento». Ha quindi sottolineato «come noi piacentini dobbiamo ricordare Verdi non per campanilismo ma per rispetto verso questi suoi sentimenti nei nostri confronti che ci gratificano ma di cui dobbiamo essere custodi».
E' per questo che va incoraggiata l'attività del comune di Nibbiano per il restauro dell'organo della chiesa di Santa Maria Assunta di Trevozzo su cui Verdi suonò più volte. Così come è altrettanto encomiabile l'impegno per conservare l'ex albergo San Marco di Piacenza che Verdi frequentò e in cui disponeva di un appartamentino al primo piano.
«Se non ci comportassimo così - ha ammonito - non saremmo degni dei sentimenti che Verdi ebbe per noi e per il nostro territorio».
Pareti ha poi intrattenuto il pubblico con aneddoti, racconti ed episodi riguardanti le amicizie di Verdi a Sant'Agata e le sue visite a Piacenza. Frattanto gli allievi hanno ripreso arie verdiane più o meno famose con, in aggiunta, un omaggio a Vincenzo Bellini (1801-35).
La scaletta contemplava opere famose: inizio con il tenore Pietro Brunetti con Qual più fido amico, recitativo e aria da Giovanna d'Arco; poi il soprano Elisa Apolito con Volta la terrea fronte da Un ballo in maschera. Giancarlo Dellacasa, chitarrista di fama internazionale, ha suonato Verdiana, fantasia strumentale su temi del "cigno di Busseto". Quindi i soprani Katia Arcuri, Piedra Paulina e Mariella Daria hanno - rispettivamente - interpretato Sul fil d'un soffio etesio da Falstaff, Ernani! Ernani, involami da Ernani e Saper vorreste da Un ballo in maschera.
Gli organizzatori non hanno dimenticato contemporanei di Verdi di gran fascinazione come Bellini. E allora Leo Colonna, contrabbassista ala Scala e la pianista Donatella Tacchinardi - in questo caso pure accompagnatrice dei cantanti - hanno ripreso Fantasia per contrabbasso di Giovanni Bottesini (1821-89) da La Sonnambula"di Bellini.
Significative pure le composizioni da camera di Verdi come dimostrato dal mezzosoprano Melinda Bernaudo con Perduta lo ha pace, dal baritono Dionigi Mollica conIn solitaria stanza e, in chiusura, dal soprano-docente Cardace con Deh, pietoso, oh addolorata.
Fabio Bianchi