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Sabato 3 Agosto 2013 - Libertà

Il jazz tra swing e be-bop

A "Musica ai giardini" il Paolo Tomelleri quartet

piacenza - Fortunatamente l'assessorato alla cultura del Comune, rappresentato da Tiziana Albasi, e l'associazione Arci hanno organizzato la rassegna musicale Musica ai giardini. Senza questa interessante iniziativa, sostenuta dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e sempre allestita ai Giardini Margherita, Piacenza d'estate sarebbe priva di concerti jazz.
Nell'ultimo appuntamento si è esibito il Paolo Tomelleri quartet, notissimi jazzisti capitanati da Paolo Tomelleri e composto da Tommy Bradascio (batteria), Davide Corini (tastiere) e, pure organizzatore, Luca Garlaschelli (contrabbasso).
Tomelleri è un big della scena musicale italiana: non solo valente sassofonista ma anche compositore e direttore d'orchestra nonché ben addentro per decenni nella musica leggera con, in particolare, una lunghissima collaborazione con il compianto Enzo Jannacci.
A Piacenza hanno puntato, com'era giusto che fosse, sull'intrattenimento presentando pezzi in gran parte tratti da colonne sonore di film talora celeberrimi.
Inizio con composizioni di Sidney Bechet (1897-1959), tra i più grandi sassofonisti del ‘900 per uno stile dalle sonorità sontuose e l'ammiccante fraseggio. Di Bechet, dagli esistenzialisti francesi ribattezzato "le Dieu (il Dio) ", hanno fra gli altri ripreso Si tu vois ma mère e Moulin cafè.
Quindi Moon river di Mercer & Mancini, top della colonna sonora della pellicola Breakfast at Tiffany's, in certi passi ancora struggente. Un salto indietro con As time goes by di Hupfeld, ben introdotto da Corini, manifesto di un'epoca e indelebilmente legato al mitico film Casablanca.
Ma ci sono anche talentuosi italiani, Piero Piccioni su tutti come dimostra il tema di Fumo di Londra, primo film da regista di Alberto Sordi.
Per favorire il clima rilassante ancora standard o americani come After you gone dove spiccava un ottimo duetto fra tamburi. O francesi come Je suis seule ce soir, melodico e bellissimo il cui testo era là cantato da Mireille Mathieu, qui da Alberto Rabagliati. O come l'italiano Estate di Bruno Martino per Tomelleri «equiparabile a un best seller mondiale». Di seguito altri brillanti motivi come My blue heaven e Tea for two prima del bis, l'intramontabile Summertime.
Dopo la piacevole performance, dall'alto di un'esperienza quasi sessantennale, Tomelleri ci ha ricordato che «questi spettacoli a me piacciono, so che tipo di pubblico c'è. Oggi ci sono tanti bravi musicisti ma scarseggiano le occasioni. Molti gruppi poi non fanno vero e proprio jazz. Molte persone si formalizzano allora su questo concetto perdendo di vista il puro jazz. Io difendo il mio jazz-style, sempre tra swing e be bop».

Fabio Bianchi

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