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Domenica 18 Agosto 2013 - Libertà

San Sepolcro, il portale tornerà a rifulgere

Ad un anno dal distacco di alcune pietre, è al traguardo l'operazione-restauro

(ans) A un anno dai distacchi di pietre che avevano messo a nudo la precarietà delle condizioni del portale della basilica di San Sepolcro in via Campagna, il restauro è quasi concluso e in settembre si prevede che i ponteggi potranno essere rimossi. «Praticamente manca solo la lattoneria», spiega la restauratrice Alessandra D'Elia, che ha eseguito l'intervento, con la direzione dei lavori affidata a Isabella Buschi, sotto la sorveglianza di Patrizia Baravelli, funzionario della Soprintendenza per i beni architettonici di Parma e Piacenza, e la supervisione dell'ufficio beni culturali della diocesi, diretto da Manuel Ferrari. La relativa pratica è stata visionata anche da Francesca Valentini, funzionario della Soprintendenza per i beni artistici. La parrocchia è guidata da don Paolo Negrati. «Il problema principale da affrontare - prosegue la restauratrice - era dato dal tipo di pietra, un'arenaria piacentina estremamente facile a disgregarsi, a causa sia del passare del tempo, sia della particolare situazione climatica e meteorologica della nostra città. Oltretutto, la facciata pressoché liscia, priva di importanti aggetti, non forniva nessuna protezione dall'azione della pioggia». Con il risultato che, a fine luglio della scorsa estate, una porzione del timpano era caduta a terra, decretando il comprensibile allarme che ha portato ai lavori avviati il 4 giugno 2013. «Per ovviare a questo pericolo, si è reso necessario un consolidamento strutturale degli elementi in pietra. Insieme alla predominante arenaria piacentina, sulla quale era urgente intervenire, il portale è costituito anche da colonne in granito e dalle retrostanti lesene in granito e serizzo. La messa in sicurezza ha comunque riguardato l'intero manufatto». Per D'Elia, che si è occupata negli ultimi anni di diversi cantieri cittadini, dalla chiesa di San Vincenzo (auditorium dei Teatini) al chiostro quattrocentesco di Sant'Antonino, c'è stato nel caso di San Sepolcro la soddisfazione di giungere al capezzale di un malato molto grave e di riuscire a curarlo. «Abbiamo stabilizzato una situazione che si presentava drammatica. Si rischiava di arrivare troppo tardi. Il restauro ha inoltre restituito all'arenaria la sua naturale colorazione di una bellissima tonalità tra l'arancio, l'ocra scuro e il violaceo, difficile da riscontrare altrove». Isabella Buschi, architetto, pone l'accento sulle caratteristiche dell'arenaria, che richiederebbero una manutenzione costante: «Adesso grazie al contributo della parrocchia e della Fondazione di Piacenza e Vigevano, si è potuto - evidenzia Buschi - mettere in sicurezza il portale. La lattoneria che verrà posizionata servirà a riparare dal dilavamento della pioggia un manufatto che gli storici dell'architettura riferiscono al progetto di Alessio Tramello, pur datandolo a un periodo successivo rispetto alla chiesa costruita nei primi decenni del Cinquecento».

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