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Lunedì 9 Settembre 2013 - Libertà

Organo, tradizioni musicali a confronto

Roberto Marini a Castelsangiovanni ha proposto brani italiani e tedeschi

castelsangiovanni - Un tempo la musica più introspettiva proveniva dagli organi, punto di riferimento di una comunità ma oggi poco utilizzati nella liturgia. Però la rassegna Antichi organi, 26ª edizione consecutiva, ha avuto e ha tuttora il grande merito di riproporre queste musiche solenni e fascinose al distratto pubblico contemporaneo.
Come ha dimostrato nella Collegiata di Castelsangiovanni la suggestiva esibizione di Roberto Marini, tra i più apprezzati organisti italiani.
Patrocinata dalla Provincia e sostenuta da privati e istituti bancari fra cui Banca di Piacenza e Fondazione di Piacenza e Vigevano, si avvale della direzione artistica di Giuseppina Perotti mentre è organizzata dall'associazione "Progetto musica" presieduta da Pietro Tagliaferri.
Nell'introduzione monsignor Lino Ferrari, titolare della chiesa arcipretale, ha sottolineato che «come i filosofi medioevali ricercavano "verum, bonum et pulchrum" così oggi siamo qui per godere della bellezza della musica di cui dobbiamo coltivarne il desiderio».
Quindi Perotti ha ricordato come la rassegna «diffonda la letteratura organistica attraverso un'attività continua su questi grandiosi strumenti. Quest'anno filo conduttore è Verdi. Conserviamo due organi, a Saliceto e Trevozzo, su cui suonò il maestro».
Marini, illustrato il programma, ha nella prima parte proposto opere della tradizione italiana, nella seconda della scuola tedesca. Il confronto fra diverse espressioni nazionali è utile per la didattica e la cultura: più estrosa e movimentata l'impostazione italiana. In Germania l'organo ha invece mantenuto un aspetto aspro traducendo in toni magniloquenti la rigorosa mistica protestante.
Marini ha iniziato con il Grande Offertorio di Gaetano Donizetti che rispecchiava clima e fasti teatrali del tempo e proseguito con la Sinfonia per organo (allegro, rondò, allegro) di Giuseppe Sarti, concentrato del mondo dell'ouverture, quasi integrale visione sonora dell'epoca. Quindi, dalla Messa da Requiem di Verdi, l'Agnus Dei trascritto da Franz Liszt nell'ultimo periodo della sua vita dominato da forte intimismo.
Nel controcanto tedesco abbiamo sentito Fantasia e fuga in la min. (BWV 561), Preludio corale (BWV 639) e Preludio e fuga in la min. (BWV 543) di Johan Sebastian Bach, altre potenti sintesi dove l'uomo sembra dialogare con Dio. Infine variazioni e fuga su Heil unserm König Heil (WoO IV/7) di Max Reger, inno bavarese dedicato alla regina Vittoria d'Inghilterra. Emergeva il delicato contrappuntismo di Reger che, fra tormenti e pacificazione finale, risentiva dei mutamenti sociali in atto.
Utilissimo poi per il pubblico lo schermo a lato dell'altare maggiore su cui scorrevano le immagini dell'organista ripreso dalla cantoria. La tecnologia ha qui amplificato l'abilità di Marini avvicinando idealmente l'auditorium perché la nervosa gestualità delle sue mani testimoniava, in diretta, la complessità tecnico-esecutiva dei pezzi.

Fabio Bianchi

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