Domenica 8 Settembre 2013 - Libertà
«Deve diventare uno strumento a servizio del territorio piacentino anche per l'Expo»
Podenzano - «La Faggiola deve essere uno strumento per rilanciare la Tadini e una struttura al servizio di tutto il territorio piacentino. Se la vediamo in quest'ottica, non so se la soluzione possa essere soltanto affittare tutto a terzi». Roberto Belli, presidente della Faggiola, nonché del Consorzio salumi piacentini, pone l'accento sulle potenzialità della società di Gariga come «centro di eccellenza per l'enogastronomia», ricorda l'imminente appuntamento del 21 e 22 settembre "Un mare di sapori" che sarà ospitato nella corte agricola e il ruolo che potrà avere la società durante Expo 2015. «Era un immobile in disuso e l'abbiamo ristrutturato e valorizzato - puntualizza Belli -. Abbiamo fatto investimenti importanti e avviato nuovi lavori. Per completarli è però necessario che le istituzioni piacentine condividano gli obiettivi che la società si propone».
Il sindaco di Podenzano Alessandro Ghisoni osserva che sul fronte delle ristrutturazioni «siamo a metà del guado» e si auspica che in questa partita diventi concreto l'interessamento di soggetti come la Camera di Commercio: «Manca un sì o un no, ma adesso è veramente arrivato il momento di decidere», sottolinea il primo cittadino, ricordando gli sforzi economici già fatti dal Comune di Podenzano dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e dalla stessa società Faggiola. Ghisoni accoglie positivamente la proposta di «mettere a reddito i fabbricati e gestire meglio il ristorante» ma al contempo invita a non dimenticare che «la Faggiola è da tutti riconosciuta come l'unica vetrina che il territorio piacentino può avere per la sua agricoltura e i suoi prodotti alimentari».
La posizione di Giuseppe Parenti, presidente della Camera di Commercio di Piacenza, è prudente. «Ghisoni non sbaglia - afferma Parenti - ma aggiungerei che per investire denaro ci vuole un piano economico preciso. Altrimenti il rischio è quello di aggravare i problemi e cadere in un baratro senza via d'uscita. Per esempio, se si parla di affittare i locali, vorrei almeno un gentlemen's agreement con i soggetti che si sono dimostrati a entrare nella Faggiola. La Camera di Commercio è disponibile a mettere risorse, ma non al buio. Poi, naturalmente, sarà la giunta a decidere».
Tra i soci di minoranza della Faggiola c'è il Consorzio Piacenza Alimentare. «Noi puntiamo soprattutto agli operatori esteri - osserva il presidente Sante Ludovico - come la decina di importatori tedeschi che avremo a Piacenza il 18 settembre. Se l'opera di ristrutturazione dovesse essere portata a termine, la Faggiola potrebbe diventare un ottimo punto di riferimento per il commercio dei nostri prodotti». Altra posizione minoritaria nella Faggiola è quella del Consorzio vini doc. «Sì abbiamo manifestato un interessamento nei confronti dei locali dell'azienda - spiega il presidente Roberto Miravalle - ma per noi avrebbe senso spostarsi nella Faggiola, se lo stesso facessero gli altri consorzi piacentini. In questo modo si creerebbero sinergie e forse si riuscirebbe a risparmiare qualche costo fisso».