Lunedì 29 Luglio 2013 - Libertà
Nella babele del Bascherdeis
Trentamila persone per la due giorni di spettacoli a cielo aperto
Artisti, compagnie, giovani e famiglie da tutta Europa a Vernasca, dal borgo all'antica Pieve
vernasca - Trentammila persone hanno animato il borgo di Vernasca nel fantastico weekend del Festival Buskers 2013. Un marchio inconfondibile ormai quello del Bascherdeis organizzato da Appennino Cultura e Comune, capace di attirare famiglie e giovani da ogni parte del Nord Italia e oltre. Lungo le strade del borgo, dall'anfiteatro fin su all'antica Pieve, ecco risuonare lingue straniere (in particolare da Spagna e Argentina) che però qui assumono un suono familiare diventando linguaggio comune. Si balla al ritmo di reggae o ska, di blues e swing. Si sentono gli odori delle griglie degli stand gastronomici che non hanno sosta. Ci si riempie gli occhi con le magie di bolle di sapone giganti, di giochi col fuoco, di trapezi fatti di nastri colorati, con acrobati che si librano nell'aria, alla luce della luna.
Per due giorni interi, notte compresa, Vernasca diventa un teatro immenso a cielo aperto. Lo spettacolo non lo fanno solo gli artisti (40 le compagnie presenti quest'anno in cartellone, per oltre 100 performance) ma anche la gente: si snoda tra le stradine un lungo serpentone di persone, anch'esse colorate, piene di immaginazione e voglia di relazione. Ci si mischia l'uno all'altro, ci si traveste, ci si trasforma: sui volti dei più piccoli fioriscono corolle e farfalle (grazie ai trucca bimbi); anche i grandi si concedono orecchie e berretti da folletti dei boschi; e ci sono persino dodici damigelle che festeggiano l'addio al nubilato di Chiara, arrivata da Milano.
Un gruppo di ragazzi di Castellarquato, capeggiati da Andrea Calafà, si travestono da gondolieri - maglia a righe e cappello di paglia - per farsi in realtà non in gondola ma a piedi, tutto il percorso di otto chilometri per raggiungere Vernasca.
Tanti quest'anno i gruppi musicali: «La conformazione del borgo - spiega il direttore artistico Sergio Copelli - si presta a dare spazio all'animazione musicale, grazie ad un'acustica naturale perfetta. Il nostro festival è riconoscibile ormai anche per la qualità dei concerti proposti». Dagli Humus a Jack Trivella e the Brandinas, dai Brigitte Bourdeaux ai Microguaga, agli Zoukè Root, con la loro musica afrocaraibica. Tutti i musicisti però hanno un comune denominatore: non suonano soltanto per il pubblico, ma con il pubblico si muovono, in un'onda unica, capace di viaggiare allo stesso ritmo. E sono tanti gli artisti che alla musica uniscono gli sketch, perchè la parola d'ordine qui è: coinvolgere e spendersi senza riserve.
Nel segno della contaminazione tra arti, ad esempio, il duo Clowndiscopio, spagnolo lui, italiana lei. Sono Piero e Natalia, un netturbino e una vagabonda, abitanti della strada, e a quella appartengono, come tutto il pubblico del Baskerdeis. La loro performance onirica ma anche fisica (vista l'abilità dei due circensi) è un bel simbolo del festival di Vernasca: c'è la fisarmonica, strumento per eccellenza popolare e on the road; la poesia di una pioggia leggera che scende dal cielo, le farfalle nello stomaco che prendono vita e si librano nell'aria.
A questa nona edizione del festival hanno contribuito Fondazione di Piacenza e Vigevano e Camera di Commercio. E tutti attendono ora il decimo compleanno.
Donata Meneghelli