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Mercoledì 26 Maggio 2004 - Libertà

Se la poesia di Goethe diventa musica sopraffina

Conservatorio - Intensa serata per "Spazio recital". Ballate raffinate e belle esecuzioni vocali

Lo studio e l'approfondimento del repertorio vocale da camera in lingua tedesca è stato al centro dell'attività didattica di quest'anno al Nicolini. Un lavoro concentrato in particolare sulle ballate di Goethe, analizzate negli aspetti musicali e nei risvolti didattico-interpretativi.
Il concerto dal titolo La Ballata di W. Goethe nel repertorio vocale da camera, inserito all'interno di Spazio Recital e svoltosi al Nicolini, è stato il felice risultato di questa indagine. Un assaggio ci era già stato offerto nella conferenza concerto alla Fondazione, in collaborazione con il Centro culturale italo-tedesco, in cui la Ballata era stata presentata sia dal punto di vista poetico che musicale. Il generoso e appassionato lavoro di Massimo Cottica, docente di musica da camera, che ha seguito la preparazione degli allievi e che durante il concerto ha illustrato le pagine in programma, ha voluto comparare la realizzazione musicale dello stesso testo di Goethe da parte di diversi musicisti. Il verso poetico di Goethe unito alla musica crea un teatro immaginario. La Ballata racconta una storia in cui entrano in gioco più personaggi, narra di fatti drammatici, spesso ha un epilogo tragico e un intento moraleggiante. L'essenzialità del testo poetico, la concentrazione in poche righe di una forte carica espressiva concorrono a creare piccoli quadri teatrali. Inoltre la Ballata è una forma libera che non prevede una rigida destinazione vocale.
Das Veilchen (La violetta), interpretata in apertura dal soprano Hitomi Takeda e dal pianista Alessandro Zucconi, è un microdramma in musica. La violetta primaverile muore schiacciata dal piede della pastorella, ma è lieta perché tuttavia muore ai suoi piedi. Mozart, seguendo le suggestioni del testo, riesce a creare una piccola e vivida scena teatrale. La musica amplifica la trama e le suggestioni del testo. Il soprano Elena Franceschi e il pianista Alessandro Zucconi hanno eseguito Heidenroslein (Rosellina della landa) nelle versioni di Brahms e Schubert. Qui i compositori si riallacciano al volkslied (canto popolare) creando una linea melodica dalla spiccata cantabilità, autonoma e molto caratterizzata.
Die "Wandelnde Glocke" (La campana che cammina), portata in scena dal soprano So-Young Shin e dalla pianista Ji-Eun Kim, narra di un fatto leggero, dai toni acquerello, che Schumann rilegge in maniera grave, la campana assume un monito moraleggiante; mentre nell'opera di Carl Loewe, interpretata sempre dalla pianista Kim e dal baritono Kwang Soun Kim, la campana diventa una campanella e i toni sono più scherzosi.
La Ballade des Harfners (La Ballata dell'artista) di Schumann è stata affidata al baritono Seo Dong Hoon ed al pianista Stefano Feliciani.
Il tenore Chan Park e la pianista Min-Hwa Yoon si sono confrontati con un caposaldo della musica liederistica, Erlkonig (Il re degli Elfi) di Schubert. Il soprano Franceschi accompagnata dal pianista Zucconi ha reso la magia e l'incanto di Der Fischer (Il Pescatore) nella lettura di Schubert contrapposta all'impetuosa scrittura di Strauss. La storia del Re di Tule (Es war ein Konig in Thule) è stata interpretata dal baritono Seo Dong Hoon e dal pianista Feliciani nella semplice versione di Zelter (compositore prediletto da Goethe, forse proprio per la sua realizzazione musicale sempre discreta che mette in primo piano il testo) e in quella virtuosistica di Liszt. "Der Rattenfanger" (L'acchiaparatti) di Hugo Wolf è stato rappresentato dal tenore Chan Park e dalla pianista Min-Hwa Yoon.
Il concerto si è chiuso con l'esecuzione di quattro versioni della ballata Kennst du das Land (Conosci la terra), la celebre preghiera di Mignon con la quale quasi tutti i musicisti si confrontarono (Ciaikovskij la musicò e la tradusse in russo), eseguita dal soprano Eun-Jung Son e dalla pianista Hirose Misuzu nelle realizzazioni di Beethoven, Schumann e Schubert, per concludere con Hugo Wolf interpretato dalla pianista Misuzu e dal soprano Akiko Koga.

Sabrina Silan

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