Mercoledì 24 Luglio 2013 - Libertà
Laura Curino: «La tragedia antica sta nel mio dna»
L'attrice questa sera chiude la rassegna nel foro romano con "Le Fenicie". Al piano Guido Scano
Stasera una grande attrice e autrice teatrale, Laura Curino, fondatrice insieme a Gabriele Vacis del Teatro Settimo, chiude il Festival del teatro antico di Veleia con lo spettacolo Le Fenicie di Euripide (traduzione di Vacis). La rassegna diretta da Paola Pedrazzini ha visto migliaia di spettatori, con l'opportunità dell'ingresso libero (ore 21.30 inizio spettacoli) resa possibile dagli sponsor privati e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, oltre che da Regione, Provincia e Comune di Lugagnano.
Dopo il successo riscosso lunedì sera dal racconto su Odisseo offerto da Valerio Massimo Manfredi e Mino Manni, stasera saranno protagonisti Laura Curino e il pianista Guido Scano che eseguirà dal vivo suggestivi intermezzi musicali di autori contemporanei.
Dal ciclo troiano si passa così al ciclo tebano. Ne Le Fenicie infatti Euripide narra della lotta fratricida tra i due figli di Edipo e Giocasta: Polinice ed Eteocle, che si alternano al comando della città di Tebe. Scaduto il proprio anno di regno, però, Eteocle rifiuta di cedere il potere al fratello che, sposato con la figlia del re di Argo, muove guerra per reclamare i suoi diritti. Giocasta cerca una mediazione tra i due. Ma la guerra infurierà. Sui cadaveri dei figli che si uccideranno reciprocamente in duello, la madre si ucciderà. Le Fenicie del titolo sono le donne che, arrivate a Tebe, assistono impotenti al conflitto.
«Euripide sceglie un punto di vista neutro, esterno, che non sta né con gli uni né con gli altri - spiega la Curino che ha curato l'adattamento - E' un modo per uscire dalla logica del conflitto, per capire le ragioni di entrambi e cercare di conciliarle. Il testo da questo punto di vista è molto contemporaneo e l'intreccio è davvero forte. Ne avevamo tratto uno spettacolo (coproduzione del Teatro Settimo e dello Stabile di Torino) con grande spazio alla parte corale. Il perno invece della lettura scenica che proporremo a Veleia è l'incontro tra i figli e Giocasta, che tenta di conciliarli. E' un monito alla conciliazione, ma anche al fatto che occorre una mediazione accorta. Il compito del mediatore è un mestiere. Non funziona se non si conosce bene. Anzi, può fare disastri (la Curino cura anche corsi di formazione sulla conciliazione). In questo caso i tentativi di Giocasta si riveleranno fallimentari».
Giocasta è il punto di vista femminile, della madre, che vuole evitare la distruzione.
«Si tenta (in primis Euripide) di non pensare la guerra come il luogo ineluttabile che scioglie i conflitti. Ma la guerra è purtroppo conveniente per la politica; per la conquista di territori, per i rapporti economici, il saccheggio. Ad una madre questo non interessa. A Giocasta invece conservare i suoi figli vivi. Farli rimanere».
Quale il rapporto di Laura Curino, grande autrice di testi contemporanei, con la tragedia antica?
«La tragedia antica sta nel mio dna, a partire dagli studi classici. Poi il lavoro di traduzione (la Curino ha tradotto Shakespeare dall'inglese ma anche tragedie e commedie dal greco, ad esempio Troiane e Donne al Parlamento) mi consente di entrare ancor più dentro il testo. Traduco esclusivamente per la compagnia che mi chiede di farlo, perché tengo sempre davanti agli occhi chi la metterà in scena, come tradurrà con il corpo quelle parole».
Anche la musica ha una parte importante.
«Nello spettacolo originale, tutti i cori erano cantati, quindi la musica ha una componente fondamentale, che il maestro Guido Scano ha saputo cogliere al meglio».
Le parole avranno accompagnamenti o intermezzi, con brani di Zbinden, Corradini, Merkù, Visvikis, Tchaikowsky, Viozzi, Forster eseguiti al pianoforte dal vivo da Guido Scano, che tiene un'intensa attività concertistica (da solista, in duo, con orchestra) in tutto il mondo. Ha lavorato con il Piccolo Regio di Torino, ha registrato per la Rai e altre emittenti italiane e straniere. Tra le incisioni, il cd realizzato lo scorso anno e dedicato - nei 250 anni dalla nascita - a Giuseppe Nicolini, a cui è intitolato il conservatorio di Piacenza dove il maestro Scano è docente di pianoforte e duo pianistico.
Donata Meneghelli