Mercoledì 12 Giugno 2013 - Libertà
Con Casati nei segreti di Verdi e delle più celebri Arie d'opera
Società Dante: applausi a Redoglia e Cusari in Fondazione
Grande successo per la conferenza-concerto organizzata dalla Società "Dante Alighieri" di Piacenza, nell'ambito delle celebrazioni per il 200° anniversario della nascita di Giuseppe Verdi.
Alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, in collaborazione con la stessa, il maestro Corrado Casati, il soprano Rossella Redoglia ed il basso Daniele Cusari hanno intrattenuto ed entusiasmato un folto pubblico per oltre due ore, con una piacevolissima fusione di dialogo e di canti verdiani a sostegno di quanto esposto da Casati su Lirismo, drammaturgia e coralità di un genio universale nella Storia della musica. Eccellenti le voci di Redoglia e Cusari. Con la sua tradizionale capacità di rendere facili e briose anche le più serie e difficoltose dissertazioni presentate attraverso un'intelligente ironia aneddotica, Corrado Casati, direttore del Coro del teatro Municipale di Piacenza e docente al conservatorio "Nicolini", ha delineato la figura musicale e caratteriale di Verdi, evidenziandone con estrema chiarezza la coerenza musicale, il rispetto dell'arte e l'elevata bravura nel tradurre musicalmente in romanzi i libretti d'opera. Il discorso verdiano, apparentemente semplice ma in realtà complicatissimo, non sacrifica la qualità in nome dell'effetto; anzi, proprio attraverso tale qualità di forma pura musicale, riesce a sottolineare una forte risorsa drammatica. La capacità di caratterizzare con la sua musica gli ambienti, di riuscire a dar vita a colossali "quadri in costume", di esaltare il culto patriottico, esprimere la società del suo tempo (e forse di un tempo universale) accompagnano sempre l'ispirazione e la produzione verdiana. Se vogliamo, i temi non sono molteplici: gelosia, onore tradito, vendetta, libertà di amare osteggiata o vietata, rimorso e solitudine. Ma attorno a questi motivi, Verdi è capace di rappresentare l'individuo nella sua partecipazione alla società in cui vive, oppure nel suo esserne travolto. E fortissima, poi, è la "grinta" verdiana nell'arte delle Cabalette. Una valga per tutte: Di quella pira, l'orrendo fòco... (ne Il Trovatore), la quale quasi innesca nell'artista e nello spettatore una "potenza partecipativa" da vertici davvero smisurati.
Le voci maschili assumono in Verdi un ruolo pressoché preciso: il tenore è sempre colui che "ha la meglio", giovane, aitante, l'uomo da amare; il baritono è quasi sempre in una veste di contrasto, non raramente padre, sovente tradito, in molti casi quasi odioso; il basso è, di regola, il saggio, e spesso l'anziano. La donna verdiana è l'eroina, inerme o apparentemente tale; si può dire che l'unica donna "completa" è la meravigliosa figura femminile ne La Traviata.
La piacevolissima conversazione svolta da Casati con scorrevolezza e vivacità è stata inframmezzata. I due interpreti hanno offerto celebri Arie verdiane come Pace, pace, mio Dio (da "La forza del destino"), Ritorna vincitor (da "Aida"), Tacea la notte placida (da "Il Trovatore"), A te l'estremo addio (da "Simon Boccanegra"), L'aria di Banco - Come dal ciel precipitato (da "Macbeth"), Ella giammai m'amò (da "on Carlo" e La Vergine degli angeli (da "La forza del destino"), regalando momenti di alta artisticità e di intenso sentimento.