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Domenica 23 Maggio 2004 - Libertà

Alla scuola del libero pensiero

All'Auditorium della Fondazione un originalissimo seminario con circa 200 ragazzi. La sfida lanciata dalle scuole piacentine di riportare la filosofia alle sue nude origini. Gli studenti come gli antichi pensatori classici

Come gli antichi pensatori classici, quando la filosofia, spoglia delle bardature accademiche successive, era dialogo aperto a tutti, nell'agorà e per le strade, giù fino al Pireo, il porto di Atene. La sfida lanciata nelle scuole piacentine - e ieri presentata in un originalissimo seminario all'Auditorium della Fondazione, con la partecipazione di circa 200 studenti - era quella di riportare la filosofia alle sue nude origini: nè erudite dissertazioni nè, tantomeno, il "chiacchiericcio" mediatico a cui oggi la tv ci ha abituati, confondendo il "filosofare" con il "blabla" inconcluso di certi salotti catodici. "Vivere la scuola con filosofia" è il titolo dell'incontro che ieri ha di fatto concluso con successo l'edizione 2004 di un progetto lungimirante, originale, denso di spunti per il futuro, promosso dal liceo Gioia in team con l'istituto Colombini, con la media Dante Alighieri e con il 2° Circolo didattico Alberoni-Mazzini di Piacenza. Tappa conclusiva di un articolato percorso che, dopo aver anticipato "in orizzontale" la filosofia al biennio di alcuni istituti superiori piacentini nelle due precedenti stagioni scolastiche, ha raccolto quest'anno l'ulteriore guanto di sfida di "far filosofare" i giovanissimi alunni di elementari e medie. Un gruppo "verticale" di docenti (coordinati da Cristina Bonelli del Gioia e da Marisa Cogliati del Colombini), che ieri ha proposto di istituzionalizzare permanentemente quella che fino ad oggi è stata una sperimentazione, avevano partecipato in qualità di "facilitatori" alle riunioni dei ragazzi seduti in cerchio dentro le aule, per ragionare ed interrogarsi sui temi fondamentali, dal pensiero alla libertà e alla conoscenza. I risultati della sperimentazione li abbiamo visti ieri all'Auditorium: e l'unico rammarico è che certi appuntamenti siano, doverosamente, solo per "addetti ai lavori" e che non possano aprirsi invece a platee più vaste di adulti. Dopo l'intervento dei dirigenti scolastici (Margherita Fiengo del Colombini e Luigi Paraboschi della Dante, presenti coi colleghi Giampolo Binelli del 2° Circolo e Gianna Arvedi del Gioia) sono saliti sulla ribalta i "giovani pensatori". Con gli scolari della Mazzini le lancette dell'orologio tornano indietro, al 410 avanti Cristo: siamo d'improvviso a "Mazzinopolis", i discepoli hanno lunghe tuniche bianche, assiste il dialogo un barbuto Socrate, si disserta di pensiero, e tutta la discussione costruita in aula diventa ieri vero e proprio "dramma". Si parla di libertà, prima di tornare di botto al futuro, con i ragazzini dell'Alberoni: si proseguirà a dibattere ancora, ad interrogarsi sull'amicizia e sulla scuola, in un processo maieutico di avvicinamento alla verità senza cesure, senza "salti" indotti dagli adulti, spinti soltanto dall'onda della curiosità dei giovanissimi. Complesso ed articolato il lavoro compiuto e presentato dagli studenti della Dante. "Che cosa significa essere liberi?", l'interrogativo di partenza. Per approfondire la riflessione i ragazzi hanno redatto un epistolario immaginario a Socrate, che con il suo slogan "So di non sapere" campeggiava sulle t-shirt dei partecipanti come una rock-star del Terzo Millennio. A chiudere, "conoscenza" e "libertà" i temi scelti come protagonisti dei percorsi di riflessione dai ragazzi del Gioia e del Colombini, "pionieri" della sperimentazione.

SIMONA SEGALINI

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