Giovedì 20 Giugno 2013 - Libertà
Tra i tesori di cultura e storia
Nel fine settimana tornano nella Bassa le iniziative verdiane. Successo per la visita guidata al castello della Sforzesca in comune di Alseno
fiorenzuola - Ci sono tesori di cultura e di storia, di paesaggio e di architettura nella nostra terra che si stende dagli Appennini al Po. L'associazione Terre Traverse ha consentito di riscoprire uno di questi tesori di quella che è stata ribattezzata "Terra delle meraviglie". Si tratta del castello della Sforzesca, nel territorio del Comune di Alseno. Domenica scorsa è stata organizzata una visita guidata, grazie a Terre Traverse con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano. L'afflusso di partecipazione è stato straordinario: segno di interesse e di amore per la storia scritta nei luoghi.
In questi giorni inoltre (da domani a domenica) Terre Traverse organizza un nuovo fine settimana verdiano, per celebrare degnamente il bicentenario della nascita del maestro. Domani alle ore 20 ad Isola Giarola va in scena un concerto verdiano con l'orchestra di fiati del conservatorio Nicolini di Piacenza (diretta dal maestro Luciano Caggiati); mentre domenica, all'agriturismo Le Colombaie va in scena il concerto Verdi in jazz con il quintetto di Paolo Tomelleri, Rudy Migliari, Davide Corini, Luca Garlaschelli, Tommy Bradascio.
Successo intanto per la visita al podere della Sforzesca, interessante complesso architettonico, con un'ampia area verde (in parte coltivata ed in parte a bosco) ed un mulino tuttora funzionante. La Sforzesca costituisce la più antica testimonianza, nel territorio piacentino, di architettura ideata come residenza di caccia. Il podere, nel suo complesso, è testimonianza della concezione della villa elaborata nel Quattrocento nonché della cultura propria dell'alta nobiltà piacentina, che associava al vivere in villa l'attenzione all'attività produttiva agricola.
A fare da guida ai tanti partecipanti, Carlo Emanuele Manfredi che ha spiegato l'origine del nome dell'edificio, voluto nella seconda metà del '400 da Bosio Sforza di Santa Fiora, Signore di Castellarquato di cui venne infeudato dalla cognata Bianca Maria Sforza Visconti Duchessa di Milano. Ha poi introdotto in dettaglio nell'architettura del complesso Anna Coccioli Mastroviti della Soprintendenza per i Beni architettonici e Paesaggistici di Parma e Piacenza, ha ricordato come le più antiche testimonianze documentarie risalgano ad un atto notarile del 1558.
La villa rinascimentale e l'annessa manica di servizi, eretta nel XIX secolo, hanno mantenuto sostanzialmente intatto il loro originario impianto planimetrico. Sulla facciata sud sono poste una meridiana e un'iscrizione che ricordano l'intervento di restauro del 1932. Di grande interesse l'illustrazione dell'ampio bosco offerta dall'agronomo Silvano Locardi, che ha fatto "toccare con mano" le diverse specie di terreno e di esemplari vegetali del Bosco Verani, oggi esteso su circa 250 pertiche e mantenuto dai proprietari in perfetto stato, con significativi interventi di ampliamento. «Botanicamente - ha spiegato Locardi - sono significative le presenze del cerro e del frassino minore, in associazione a specie di accompagnamento quali il ligustro selvatico, il prugnolo ed il ciliegio: documentato insieme alla proprrietà della Sforzesca già dagli anni '30 del 1700, si considera di costituzione decisamente più antica».
Molto apprezzata ed istruttiva anche la visita al mulino, da molti conosciuto nella sua architettura esterna ma che, grazie alla spiegazione sapiente di Salvatore Arduini, finalmente è stato scoperto nei suoi segreti. Sono stati descritti gli oggetti del mestiere, insieme alla dimostrazione offerta da due "mugnai" d'eccezione, Piero Carolfi e l'amico Gianfranco Zazzali di Anzola di Bedonia.
Donata Meneghelli