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Domenica 30 Giugno 2013 - Libertà

Interrogazione di Stefano Perrucci (Pd): «Tre bilanci in perdita: è incompatibile»

(mir) E' sulla presunta incompatibilità di Leonardo Mazzoli come presidente dell'Asp Città di Piacenza che si consuma l'ultimo terreno di scontro nel centrosinistra piacentino. A sollecitare un intervento del sindaco Paolo Dosi è il consigliere comunale Stefano Perrucci, portavoce di una buona fetta del gruppo consiliare Pd, che pare sempre più in subbuglio. Tutto era partito con la nomina da parte del sindaco Paolo Dosi di Barbara Zanardi nel cda di Iren, designazione mal digerita da buona parte del Pd (ma fermamente difesa dai suoi fedelissimi in aula).
Quando la frattura sembrava ricomposta, era riaffiorato un certo malumore con l'indicazione da parte dello stesso Dosi di Giovanni Rabaiotti nel consiglio generale della Fondazione. Tensione, tra buona parte del gruppo democratico a Palazzo Mercanti e un pezzo di giunta, che si era avvertita anche nel corso della maratona per l'approvazione del bilancio.
A far esplodere di nuovo i mal di pancia è arrivata la nomina di Giorgio Prati come direttore dell'Asp Città di Piacenza al posto di Vittorio Silva: il consigliere di amministrazione Adriana Bertoni (Pd) ha voluto far sapere di essersi opposta a questa decisione, contestandola fermamente.
E proprio all'azienda per i servizi alla persona si lega l'ultimo caso: il consigliere comunale del Partito democratico Stefano Perrucci ha presentato un'interrogazione in cui chiede al sindaco di verificare la possibile incompatibilità di Mazzoli come presidente della stessa Asp. «Mazzoli è dipendente di una cooperativa, che gestisce assieme all'Asp diversi centri», una situazione che secondo Perrucci è chiaramente proibita dalla legge regionale in materia. Non solo: «Durante la presidenza di Mazzoli, l'Asp ha chiuso in perdita per tre esercizi consecutivi e la stessa legge regionale prevede che non possa entrare in consiglio di amministrazione chi, avendo ricoperto nei cinque anni precedenti incarichi analoghi, abbia chiuso in perdita tre esercizi consecutivi».
Quindi Perrucci, che chiaramente si è mosso anche a nome di diversi altri colleghi del Pd, domanda a Dosi «se non ritenga opportuno attivarsi con la massima tempestività perché sia rimosso il conflitto di interessi e se, essendosi verificata la chiusura in perdita per tre esercizi consecutivi, non ritenga obbligatorio, come previsto dalla normativa regionale, avviare la procedura per la dichiarazione di decadenza da parte dell'assemblea dei soci».
In conclusione altre due richieste: «Mazzoli riceve un compenso di 36mila euro, che è una facoltà e non la regola. Il sindaco non ritiene necessario attivarsi perché sia revocato con la massima urgenza e si proceda al recupero delle somme corrisposte? Infine - termina Perrucci - ho avuto notizia che la domanda di accreditamento presentata dall'azienda nel 2010, evidentemente senza adeguato approfondimento da parte del presidente Mazzoli, comporterebbe, se attuata, un incremento insostenibile del deficit di gestione, che raddoppierebbe, arrivando vicino ai 2 milioni. E' vero che, per predisporre tale domanda evidentemente mal congegnata, l'azienda si è avvalsa di una consulenza? Vorrei sapere quanto è stato pagato e a chi».

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