Giovedì 20 Maggio 2004 - Libertà
Riscoprire la Scapigliatura, tra parole e musica
Successo alla Tampa per la conferenza-concerto con Dino e Alessia Di Domenico
Di grande interesse la conferenza - concerto per riconoscere i meriti di quella che Gianfranco Contini (prefazione ai Racconti della Scapigliatura Piemontese, Einaudi) definì la "prima avanguardia" artistica. Alessia Di Domenico, assieme al padre tenore, Dino di Domenico e alla pianista Patrizia Bernelich, ha presentato alla Sala delle Muse in una serata sotto l'egida della Tampa Lirica e in collaborazione con Provincia e Fondazione Piacenza Vigevano, uno dei possibili percorsi alla riscoperta della Scapigliatura. Alcune linee guida: la donna, la luce, il bisogno di nuovo, il maledettismo.
Un percorso fra citazioni poetiche, spiegazioni prosaiche, tra il lirismo del canto e un occhio di bue su alcuni suggestivi dipinti del secondo Ottocento. Principe naturalmente del movimento, Arrigo Boito e il suo Mefistofele, di cui si sono ascoltati brani intensi. Ma l'apertura è avvenuta con l'Amleto di Boito, musicato dal Faccio, un misto di malinconia e allucinazioni, con note del pianoforte a commento piuttosto che da accompagnamento. La voce è sola, come il personaggio con i suoi "dubbi" e i suoni gravi dello strumento entrano nei silenzi a creare un'atmosfera angosciante e oscura. Ombre e luci: un "dualismo" (vedi la poesia Dualismo di Boito) una contraddizione tutta interiore, un animo, quello "scapigliato", in cui si trovano contemporaneamente Bene e Male (farfalla e verme immondo) mentre la realtà fuori perde le definizioni nette, i confini sono sfumati come nei dipinti mostrati di Tranquillo Cremona. Quindi per la prima volta entra nella letteratura in maniera palese e programmatica, il gusto per l'orrido, il disgusto per la modernità e le metropoli (germi di avanguardie novecentesche), l'attenzione all'inconscio, e nello stesso tempo l'amore spassionato per la bellezza e la forma, per l'Ideale. Ecco allora presentato di Tosti il brano Ideale, particolarmente struggente nel finale in pianissimo, perfettamente eseguito da Di Domenico, sul verso "torna ideale, torna". Sogni, ideali, angeli e mostri: di Marchetti (dal Ruy Blas) è stato eseguito un brano impegnativo, Svaniro i sogni, un misto di tenebre (in tonalità minore) e di spiegato lirismo (aperture "in maggiore"). Ancora anticipando le future avanguardie, gli scapigliati cominciano a giocare con le forme, a trattarle come materiale puro, a smontarlo e ricomporlo in prospettive nuove. Sulla lettura della Lettera U di Tarchetti (preannunzio delle Vocali di Rimbeau), il tenore Di Domenico ha giocato con le singole vocali interpretandone i caratteri, fino alla "paurosa" U finale. Lo stesso Tarchetti pubblicò un'opera dal titolo Tosca. E questo è stato pretesto per allacciarsi alla più celebre Tosca di Giocosa e Illica (dal dramma di Sardou) musicata da Puccini, musicista "vicino alla Scapigliatura per il suo desiderio di rompere con la tradizione" e con le atmosfere piccolo-borghesi.
Ed ecco anche la nuova figura femminile, tra l'angelo e il conturbante che seduce. Dalla Tosca pucciniana è stata eseguita Recondita armonia. In conclusione, dopo altre esecuzioni di pagine rare, delle vere chicche per gli appassionati, il percorso si è chiuso da dove è iniziato: con Boito e il Mefistofele, la parte in cui Faust "giunto sul passo estremo", sconfigge il diabolico e muore redento.
Giorgia Gazzola