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Mercoledì 19 Maggio 2004 - Libertà

Il Piano strategico si rafforza

Riunione ieri in Provincia: nel futuro molte novità e un assetto diverso, ma solo dopo le elezioni. Pronte ad "entrare" Fondazione e Camera di commercio

Un Piano strategico rinnovato nel suo assetto, con un coinvolgimento maggiore della Fondazione di Piacenza e Vigevano e l'affiancamento della Camera di Commercio, all'istituzione comunale e a quella provinciale, nel ruolo di leadership all'interno dell'organismo direttivo. Sono questi alcuni degli intenti manifestati ieri mattina dai componenti del comitato del "Piano strategico per Piacenza", riuniti nella sala del consiglio provinciale, per ridare slancio allo strumento che gli enti locali, le categorie produttive e la società civile si sono dati per "fare sistema" e produrre azioni concertate sul nostro territorio. Un'iniezione di vitalità e una parziale revisione organizzativa che diventerà operativa soltanto dopo la scadenza del voto delle amministrative di giugno. Il clima pre-elettorale ha condizionato la convocazione di ieri.
Molti fra gli intervenuti hanno infatti sottolineato come il destino del piano e la sua impostazione futura siano in gran parte legati ai programmi del nuovo presidente della provincia. Fra le esigenze più urgenti esplicitate, c'è la necessità di comunicare gli obiettivi raggiunti in questi mesi a tutti i piacentini. "Siamo qui per perseguire scopi - ha sostenuto Enrico Ciciotti, dell'Università Cattolica - che non potrebbero essere ottenuti in nessun altro ambito, importanti realizzazioni sono già alle nostre spalle e dovremmo compiere un bilancio sociale per rendere trasparenti costi e benefici della nostra attività". Donatella Ronconi, in rappresentanza della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha raccolto gli stimoli provenienti da diversi interlocutori per l'attribuzione di un ruolo nuovo all'ente presieduto da Giuseppe Mazzocchi. "La Fondazione - ha affermato - deve essere più partecipe nella fase di redazione dei progetti, non subentrare soltanto come possibile fonte di finanziamenti". Fra le linee di intenti predisposte dal comitato, per la ridefinizione del modello organizzativo, c'è la creazione di una struttura di supporto dedicata al piano, il ricorso a competenze tecniche nuove all'interno dei singoli gruppi di lavoro, l'avvio di un confronto più "fertile" con gli enti locali e la messa a punto di protocolli d'intesa sulle tematiche di maggior rilievo. Dai rappresentanti sindacali sono giunte critiche alle istituzioni politiche per la loro propensione "troppo marcata" ad appropriarsi del piano strategico. "Occorre respingere il calo di tensione - ha detto Sandro Busca, segretario provinciale Cisl - causato dalla vigilia del voto, perché dobbiamo sfuggire a una logica elettorale. Alcuni progetti sono stati approfonditi e portati avanti, altri lasciati a metà: le istituzioni hanno la loro responsabilità". Il segretario provinciale Uil Massimiliano Borotti ha riproposto il tema dell'hospice per malati terminali e la necessità di andare "a una progettazione non isolata, condivisa con l'azienda sanitaria, dentro il quadro dell'integrazione con la sfera sociale: per questo invitiamo il direttore dell'Usl Francesco Ripa di Meana in via permanente nel comitato strategico". Il sindaco Roberto Reggi ha citato il caso dell'Authority Alimentare di Parma, come "esempio di risposta rapida al presentarsi di opportunità di collaborazione e di sviluppo, grazie all'azione di confronto dispiegata entro il piano strategico". "Questo dev'essere il luogo - ha rimarcato - della provocazione, dove conciliare la politica della partecipazione e della mediazione coi cittadini, con le visioni più ampio respiro. Dobbiamo avere maggiore coraggio e sopperire alle carenze organizzative patite nei mesi scorsi: puntando al coinvolgimento di più soggetti, come i nuovi sindaci e l'azienda sanitaria".

Mauro Ferri

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