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Mercoledì 19 Maggio 2004 - Libertà

Pavia come Oxford: il Collegio Borromeo

Domani alla Fondazione un incontro per presentare ai giovani la realtà attuale. Voluto da San Carlo nel '500 per ospitare studenti universitari

Domani alle 17 alla Fondazione di Piacenza si tiene un convegno su "Collegi Universitari Pavesi: l'Almo Collegio Borromeo"

Pavia, come tutti sanno, è sede di una celebre Università, tra le più antiche visto che venne fondata dall'imperatore Carlo IV nel 1361, con privilegi simili a quelli delle scuole di Bologna, Parigi e Montpellier. Quello che caratterizza però la città lombarda è, da questo punto di vista degli studi, la presenza di una quindicina di collegi universitari, alcuni risalenti al Cinquecento, altri di recente fondazione, in numero tale da fare di Pavia effettivamente una sorta di Oxford italiana.
Di tutti i collegi attualmente in funzione il più antico è il Borromeo, così denominato perché voluto da San Carlo Borromeo, il quale si era addottorato proprio a Pavia nel 1559 e aveva avuto modo di sperimentare i numerosi problemi e i disagi cui dovevano sottostare gli studenti provenienti da altre località. Per questo il futuro santo si adoperò ben presto perché in città sorgesse un nuovo collegio, più grande di quelli già esistenti, e a questo scopo papa Pio IV Medici, che era zio del Borromeo, il 15 ottobre 1561 decretò con un'apposita bolla la nascita della nuova istituzione (pochi anni dopo il successivo papa, Pio V, fondò il collegio che, dal suo nome di famiglia, si sarebbe chiamato Ghislieri, e che ancora oggi è un vanto della città sul Ticino).
Il fatto interessante è che, per ospitare gli studenti, anche nella prospettiva della formazione della futura classe dirigente secondo l'ortodossia cattolica, non si badò a spese, e si volle un edificio di rilievo sul piano architettonico e artistico. Il Borromeo sorse infatti, a partire dal 1564, su progetto dell'architetto Pellegrino Tibaldi, anche se solo nel 1581 poté entrare in funzione, avendo tra i primi allievi anche Federico Borromeo, il futuro arcivescovo di Milano, celebrato dal Manzoni nei "Promessi Sposi". Da allora sono stati migliaia gli studenti che hanno compiuto la loro formazione nei solenni ambienti (tuttavia ravvivati dalla goliardia, o dalla giovanile intemperanza) dell'antico collegio, in cui anche oggi si entra in seguito a concorso, godendo poi di un'ospitalità d'eccezione, con tutto quanto serve per un'ideale crescita intellettuale e morale. Attualmente sono di provenienza borromaica, oltre che parte non piccola del corpo accademico pavese, numerose personalità di rilievo in campo nazionale: basti citare nomi come quelli del filosofo Emanuele Severino, dell'uomo politico Mino Martinazzoli, dello scrittore Franco Ferrucci, dell'economista Mario Talamona, di scienziati come Vittorio Sgaramella, di medici come Aris Zonta.
Ora, per iniziativa di alcuni ex alunni piacentini del collegio, la storia e soprattutto la realtà attuale del Borromeo verranno presentate nel corso di un incontro, al quale sono particolarmente invitati gli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori, che si terrà presso l'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano domani alle 17. Interverranno Giovanni Cuminetti, Presidente Unicef di Piacenza, Stefano Fugazza, direttore della Galleria Ricci Oddi, Alberto Martini, che è direttore del Reparto Pediatria dell'Istituto Gaslini di Genova, Massimo Piepoli, cardiologo presso il nostro Ospedale, Franco Pugliese, dirigente dell'Ausl della nostra città e l'ingegnere Andrea Reggi. Il coordinamento è affidato a Gaetano Rizzuto, direttore di Libertà.

DAVID GALLI'

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