Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Domenica 26 Maggio 2013 - Libertà

L'uomo economico e il messaggio cristiano

In Fondazione presentati da Giovanni Salmeri gli atti della rassegna 2012 di Piacenza Teologia

piacenza - Teologia ed economia, mai così vicine. Ben lo si è visto l'altra sera all'Auditorium della Fondazione idi Piacenza e Vigevano, durante la presentazione degli atti della rassegna di Piacenza Teologia 2012 intitolati Ma dì soltanto una parola e del libello di Silvano Petrosino Elogio dell'uomo economico che ha visto partecipare il teologo Giovanni Salmeri, il rappresentante di "Piacenza Teologia" Enrico Garlaschelli, Paolo Trianni e don Luigi Bavagnoli: il docente dell'università di Tor Vergata di Roma Salmeri ha infatti tracciato il collegamento che unisce le due discipline attraverso una chiave di lettura dell'economia intesa come coinvolgimento di Dio nel mondo.
A dimostrare il nesso che lega il discorso teologico a quello economico è innanzitutto la forte presenza di un linguaggio economico in molte pagine del Nuovo Testamento e in particolare nei Vangeli: «Molte parabole giocano sulle situazioni economiche» ha spiegato Salmeri, «penso ad esempio a quella dell'uomo che fa un grande raccolto e poi muore o ancora alle parabole della dracma smarrita e della pecorella smarrita. E a quella dell'amministratore infedele, dei talenti, della perla preziosa e del tesoro del campo. Appare chiaro come l'economia giochi un ruolo chiave all'interno di queste narrazioni».
Ma non solo: il ragionamento di Salmeri si è spinto anche oltre alla ricerca dei meccanismi fondamentali che regolano queste «parabole economiche». «Innanzitutto si suppone che le cose abbiano un valore e questo non è scontato» ha spiegato il teologo, «il rimprovero che si fa all'attualità è quello di dare troppo valore alle cose: io credo invece che al contrario per esse ci sia troppo poco amore». Un altro "meccanismo" fondamentale che regola questi racconti biblici è quello dell'investimento: «Il ragionamento di fondo è che valga la pena perdere qualcosa per averne qualcun'altra che vale di più» ha spiegato Salmeri, «ma occorre fare bene i conti: l'uomo che muore dopo aver fatto un grande raccolto ha evidentemente fatto male i suoi conti. Diverso è invece il caso prospettato dalle parabole gemelle della perla preziosa e del tesoro nel campo: qui infatti entra in gioco il meccanismo del tempo, inteso come momento che non si può lasciare sfuggire, occasione che va colta subito».
A emergere però non è una vera e propria teologia dell'economia: semmai Salmeri fa notare come questi nessi suggeriscano «una parentela fra l'economia e la cristianità che oggi risulta chiara anche nel momento in cui gli economisti parlano della felicità». È ciò che Petrosino ha tracciato nel suo Elogio dell'uomo economico e che Garlaschelli ha ripreso l'altra sera nel suo intervento: «L'obiettivo di Silvano Petrosino non è stato tanto quello di parlare della crisi, ma semmai evidenziare come l'economia dovrebbe votarsi alla felicità dell'uomo» ha spiegato, «il fatto è che il moltiplicarsi dei tentativi di spiegazione della crisi sembra quasi portare a una mortificazione dell'umanità». Umanità che tuttavia è ben presente nella Bibbia e nelle parabole sia nella sua componente teologico-filosofica che in quella economica.

Betty Paraboschi

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio