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Sabato 13 Aprile 2013 - Libertà

«Trilogia Verdiana, una ricetta di successo»

Stagione lirica, il bilancio del sindaco Dosi: valorizzati i giovani. "Otello" opera più vista

piacenza - Una scommessa vinta. Senza incertezze e senza alcun dubbio. Così il sindaco Paolo Dosi parla della Trilogia popolare diretta da Cristina Mazzavillani Muti che l'altra sera ha chiuso la stagione lirica del Teatro Municipale curata dalla Fondazione Teatri di Piacenza: e in effetti una vera e propria scommessa è stata quella di portare sul palcoscenico piacentino, in un'autentica maratona lirica durata sei giorni consecutivi, Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata prodotti dal Ravenna Festival in collaborazione con il Teatro Alighieri di Ravenna, la Fondazione Teatri e (nel caso de La Traviata) la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
«Senza dubbio si è trattato di una scommessa mai sperimentata prima nel nostro teatro» ha spiegato il primo cittadino, «l'idea di portare sei giorni consecutivi di grande lirica è stata una formula nuova che però si è rivelata particolarmente apprezzata dal pubblico piacentino e non solo. Penso ad esempio alle tante presenze straniere che abbiamo visto popolare la nostra città in occasione della rappresentazione della Trilogia popolare: ci sono state delegazioni tedesche e svizzere, gruppi di melomani provenienti dall'Europa che girano i "circuiti verdiani" e dunque non si sono lasciati sfuggire queste tappe piacentine».
A confermarlo ulteriormente sarebbero anche i numeri degli spettatori che hanno affollato il Municipale nei giorni scorsi: 1.421 quelli che hanno assistito alle due recite del Rigoletto, 1.392 quelli delle due rappresentazioni de Il Trovatore e 1.760 quelli delle due recite e dell'anteprima de La Traviata.
«Sono dei buonissimi risultati: in pratica il teatro ha registrato un quasi tutto esaurito in tutte le tre serate" ha commentato Dosi. Certo anche gli altri titoli del cartellone lirico sono stati decisamente apprezzati: in particolare la palma dell'opera più seguita spetta a Otello, che ha incassato ben 1.816 spettatori nelle due recite e nell'anteprima, seguito da Le nozze di Figaro con 1.803 presenze "sparse" su tre recite e Don Carlo con 1.262 spettatori presenti alle due rappresentazioni. Sono questi i dati resi noti dalla Fondazione Teatri che si dichiara complessivamente soddisfatta dei risultati della stagione appena conclusa: tornando invece alla Trilogia popolare, il sindaco Dosi ha evidenziato come la formula basata sulla valorizzazione dei giovani e sull'uso di nuove tecnologie che possano permettere la realizzazione di grandi opere con budget non elevatissimi rappresenti un modello da seguire.
«Abbiamo assistito a una straordinaria operazione: da una parte infatti è stata fortemente valorizzata la componente giovanile attraverso la presenza di un cast di cantanti talentuosi e in certi casi al debutto e di un'Orchestra come la "Cherubini" che il suo tratto giovanile lo rivela fin nel nome e che da sempre si contraddistingue per la bravura dei suoi strumentisti» ha spiegato Dosi, «dall'altra si sono proposti dei titoli della grande tradizione lirica in maniera originale e attraverso un budget di spesa oculato: io credo che una formula del genere risulti particolarmente apprezzabile soprattutto in un momento di crisi, di tagli e di scarsità di risorse quale è quello attuale».
Ma, al di là della stagione del Municipale appena conclusa, qualche curiosità sorge spontanea: proprio a Piacenza nei giorni scorsi infatti Cristina Mazzavillani Muti ha tenuto alcune audizioni in vista della prossima Trilogia verdiana che debutterà il prossimo novembre a Ravenna con tre titoli "shakespeariani" quali Otello, Macbeth e Falstaff. Premesso che, almeno per quanto riguarda le prime due, risulta altamente improbabile che possano essere riproposte in stagione dopo le rappresentazioni decisamente recenti, resta l'incognita su Falstaff: «Personalmente sarei d'accordo se questo titolo fosse presente nel prossimo cartellone lirico del Municipale» ha dichiarato Dosi, «in ogni caso ci sarà tempo per discuterne e confrontarsi insieme alla Fondazione Teatri. Quello che a noi interessa, come realtà piacentina, è valorizzare l'Orchestra "Cherubini" per il suo ruolo importante di promozione del talento giovanile svolto in questi anni e sempre riconfermato da risultati eccellenti».

Betty Paraboschi

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