Lunedì 20 Maggio 2013 - Libertà
Dagli ecosistemi fluviali al dorato Rinascimento
Folto pubblico al Farnese e al Museo di storia naturale
piacenza - Dall'orario di apertura fino a quello di chiusura, i luoghi piacentini della Notte europea dei musei hanno visto un ininterrotto fluire di visitatori, evidentemente attratti dall'insolita esperienza dell'incontro, dopo il crepuscolo, con le raccolte artistiche e le bellezze naturalistiche che componevano il percorso, da Palazzo Farnese alla Galleria Ricci Oddi, al Museo civico di storia naturale fino alla Galleria Alberoni a San Lazzaro, tutti con ingresso gratuito. Soddisfatta del successo dell'iniziativa l'assessore alla cultura Tiziana Albasi, che ha rimarcato il positivo ruolo di «agenzie culturali svolto dai musei, nel loro proporre e fare cultura». I Musei Civici hanno consentito visite libere in diverse sezioni delle collezioni, oltre a visite guidate. Nella sala dei tappeti, che accoglie alcuni manufatti in prevalenza turchi della raccolta di Achille Armani e Alberto Binecchio, è stato lo stesso Armani a soddisfare i quesiti del pubblico. La direttrice dei Musei di Palazzo Farnese ha condotto una visita alla mostra Un Raffaello per Piacenza, dedicata al quinto centenario della Madonna Sistina, che ha ispirato anche un laboratorio per bambini, chiamati a confrontarsi con i due celebri angioletti del dipinto. La sezione archeologica ha invece ideato un percorso sulle tracce dell'uomo preistorico, in una ricostruzione attenta a ogni dettaglio che ha calato i piccoli intervenuti nei "panni" di autentici cavernicoli, alle prese con la volontà di rappresentare l'ambiente circostante tramite pitture rupestri, remotissime antenate della fotografia. Era questo il filo conduttore delle attività proposte al Farnese, dove hanno debuttato con il tutto esaurito i mini-laboratori di fotografia digitale, a cura di Fotodigital Professional.
Nella Pinacoteca le visite guidate si sono dunque concentrate sulle "inquadrature" dei personaggi raffigurati dal pennello del pittore colti singolarmente o in avvenimenti quali fastosi cortei nuziali, mentre nel Museo Civico al piano rialzato è stata presa in esame una galleria di volti dal sacro al profano, con attenzione all'iconografia di Santa Caterina d'Alessandria, ai ritratti di Papa Paolo III e del condottiero Alessandro Farnese. Al Museo del Risorgimento l'epopea dell'unità d'Italia è stata narrata in poesia, con i versi di Pr'una santa cäusa söla; nel museo delle carrozze si è viaggiato anche attraverso i racconti degli studenti del "Gioia", ispirati ai manoscritti del Grand Tour compiuto dal marchese Antonino Casati, oggetto di studio nel laboratorio di scrittura creativa dell'Archivio di Stato. Nella Cappella Ducale, su iniziativa del centro culturale italo-tedesco, la notte si è animata con i tanghi della Berlino degli anni ‘20-'30, nell'esecuzione del mezzosoprano Bettina Bloch, accompagnata al pianoforte da Corrado Pozzoli e da Paolo Costanzo al violino, tra i passi di danza dei ballerini Daniela Bonomini e Carlo Cerri, su coreografie dell'associazione "Piacetango". Alla serata al Farnese, coordinata da Made, l'agenzia piacentina curatrice del sito internet nazionale della manifestazione, hanno contribuito gli sponsor Groupama e Fondazione di Piacenza e Vigevano, i collaboratori Altana, Arti e pensieri, Educarte, Auser, Ragazzi al museo, il centro culturale italo-tedesco, i partner Tenuta Pernice, Driade, Fotodigital, Concorto, Gaetano Gregori, Pc Plast e Salumificio Valdongina. All'Urban Center di via Scalabrini, sede del Museo civico di storia naturale, la notte dei musei si è colorata di blu, con l'acqua come leitmotiv, tra le nuove sale sugli ecosistemi fluviali del Po e del Trebbia, tra i lavori degli studenti del liceo Volta e dell'Istituto Casali di Castelsangiovanni sullo spreco delle risorse idriche e i problemi della desertificazione nel nostro pianeta. La collaborazione con Africa Mission cooperazione e sviluppo ha focalizzato la situazione dell'Uganda e, con la proiezione di brani del film Hotel Rwanda, la tragica complessità dei conflitti etnici sfociati nelle ferite aperte dal genocidio del ‘94 nel Paese delle mille colline.
Anna Anselmi