Venerdì 14 Maggio 2004 - Libertà
Nicolini, son gelosie da Settecento
Municipale - Stasera e domenica in "prima" moderna l'opera del piacentino che chiude la Lirica. Regia di Dara, Dorsi dirige la "Zanella", scene di Luzzati
E' un gran peccato che di un operista come il piacentino Giuseppe Nicolini si sia perso fin quasi il ricordo. Se il nome dell'artista non è sconosciuto agli storici della musica e agli eruditi che rivolgono le loro attenzioni all'epoca a cavallo fra Sette e Ottocento (nonché a noi piacentini, che abbiamo qualche vaga nozione della passata esistenza di un musicista concittadino con questo nome solo per il fatto che il nostro Conservatorio è a lui intitolato, così come una via della città), le sue opere sono da quasi due secoli consegnate all'oblio, tanto che rintracciarne le partiture è in molti casi un'impresa da detective d'archivio o di biblioteca.
Gran peccato, dicevamo, perché non stiamo parlando di un oscuro imbrattarighi, ma di colui che fu il compositore prediletto di Giuditta Pasta, primadonna fra le primedonne del melodramma del primo '800 e che, soprattutto, fu uno dei modelli riconosciuti da Rossini e da lui più rispettati (Rossini accettò che la Pasta cambiasse il finale del suo Tancredi con l'aria di Nicolini Il braccio mio conquise).
Per questo non crediamo di esagerare nel definire "storica" l'importanza dell'evento che stasera alle 20.30 avrà luogo al Municipale (con replica domenica alle 15.30): la prima ripresa in età moderna di Il geloso sincerato , un'opera buffa napoletana in due atti musicata da Nicolini su libretto del poeta arcade Giambattista Lorenzi. Il cast comprende Mauro Bonfanti (marchese Cicellini), Sang Ouk Park (Don Matusio, sostituito in questo ruolo da Giuseppe Morana nella matinée di domenica 16), Valentino Salvini (Prospero), Gianluca Pasolini (Lelio), Orle Tanabe (Berenice, ruolo in cui sarà sostituita domenica16 da Barbara Luccini), Francesca Cassinari (Errighetta, sostituita il 16 da Akiko Koga) e Roberta Mameli (Livia, sostituita il 16 da Takaro Koraguchi).L'allestimento sarà diretto da Fabrizio Dorsi alla guida dell'Orchestra Sinfonica del Conservatorio "Amilcare Zanella"; e la messa in scena sarà del grande basso Enzo Dara che, oltre ad aver "istruito" i giovani cantanti protagonisti, firma la regia e "riutilizza" una nota e bella scenografia di Lele Luzzati. La stagione lirica si conclude dunque con un omaggio all'operista per eccellenza piacentino, reso possibile dalla Fondazione Toscanini e dal Conservatorio Nicolini.
LA TRAMA
Atto primo. Napoli, Settecento. Il Marchese Cicellini corteggia Berenice, moglie del gelosissimo Don Matusio. Redarguito dalla nipote Errighetta e dalla serva Livia, Matusio giura di non essere più geloso in avvenire. Ma torna gelosissimo - e con lui si ingelosisce anche il Marchese - quando entrambi scoprono Berenice a colloquio con un terzo uomo: non sanno che è Lelio, il fratello di lei. Uscito Lelio, Livia sottrae il Marchese alla furia di Matusio facendolo fuggire nascosto in una cesta di panni e Berenice rabbonisce il marito fingendo un suicidio.
Atto secondo. Matusio si finge "Turco musulmatico" per spiare meglio la moglie: mal gliene incoglierà, perché la moglie, riconosciutolo, si prenderà gioco di lui a sazietà. Immancabile il lieto fine: i due sposi si riconciliano, il rubacuori Lelio si innamora riaamato di Errighetta, il caffettiere Prosper corre a giocare al lotto i numeri "ispirati" dalla buffa vicenda.
Alfredo Tenni