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Giovedì 11 Aprile 2013 - Libertà

«Vuoi la felicità? Stanne alla larga»
Consigli per sopravvivere alla crisi

Il professor Daniele Bruzzone alla Fondazione

La felicità? Meno la si cerca e più probabilità ci sono che arrivi. La cosa importante nella vita è porsi degli obiettivi concreti e raggiungibili e non lasciarsi condizionare negativamente da ogni tipo di crisi. Ecco i consigli per essere davvero felici, al centro del seminario "La felicità ai tempi della crisi: come coltivarla in noi e nei nostri figli", il terzo incontro di "Martedì Appuntamento con l'Università. La Cattolica dialoga con la sua città" tenuto ieri pomeriggio nell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Tema per nulla facile da analizzare quello della ricerca della felicità, che però il professor Daniele Bruzzone, docente della facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha affrontato secondo diversi punti di vista. Bruzzone ha infatti iniziato il proprio discorso prendendo in esame le teorie di famosi filosofi come Freud e Adler, i quali sostenevano che l'uomo può raggiungere la felicità attraverso la piena realizzazione dei diversi bisogni della vita, da quello affettivo a quello dell'autorealizzazione. La teoria del professore invece si avvicina di più al pensiero del filosofo Frankl, espresso anche nel film di Scorsese "Hugo Cabret" e si basa sull'inseguimento di uno scopo. «Più cerchiamo di raggiungere la felicità più ci sfugge di mano - ha detto - e la cosa ci rende nevrotici. Questo perché essere felici non è avere la pienezza, ci sono persone che hanno tutto e sono depresse ed altre che hanno poco e sono soddisfatte. Questo perché la felicità non è una cosa da inseguire, ma qualcosa che arriva da sola, a seguito di altre condizioni. E la condizione principale per ottenerla è avere un obiettivo nella vita e raggiungerlo, mettendo anche in conto che potremo avere momenti di sconforto e di tristezza lungo il percorso». Uno di questi potrebbe essere l'ormai famigerata crisi economica che sta flagellando da anni il mondo occidentale. Ma secondo Bruzzone, neppure un evento così grande deve intaccare il nostro desiderio di essere felici, e di conseguenza trasmettere l'insegnamento anche alle future generazioni. «Noi siamo abituati a pensare che la mancanza di qualcosa ci porta all'infelicità continua - ha proseguito - e invece non è così perché le crisi, di qualsiasi tipo, sono costanti e nonostante tutto dobbiamo costruire i nostri obiettivi giorno dopo giorno. Ai nostri figli dico dunque che devono imparare a convivere con il dolore e la tristezza, ma continuare a perseguire gli obiettivi della vita e saranno felici».

Gabriele Faravelli

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